Luca Montuori, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale della giunta Raggi, è intervenuto a Te La Do Io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, sulle frequenze di Centro Suono Sport, per parlare dello Stadio della Roma. Queste le sue parole:
A che punto è il progetto dello Stadio della Roma?
I proponenti hanno depositato in Regione il progetto adeguato a tutte le osservazioni fatte e tutte le modifiche richieste. Loro dovrebbero aver ottemperato a tutte le richieste fatte. La Regione aprirà la Conferenza dei Servizi nella quale si deciderà se il progetto ottempera a tutte le richieste o no. Noi speriamo di sì.
Lo stadio aprirà nel 2023 insieme al Ponte dei Congressi?
Non penso proprio. Noi stiamo seguendo la procedura del Ponte dei Congressi e mi auguro che per marzo del prossimo anno si vada in gara. Ora non sono in grado di dirvi quando inizieranno i lavori ma spero preso. Sul ponte vorrei dire che se ci sono 20 mila auto che si muovono insieme, non ci sono ponti che tengono. Qualunque evento sportivo crea problemi a qualunque viabilità. Le nostre valutazioni sono state fatte innanzi tutto con condizioni di traffico normali e poi i tempi che ci vorranno per assorbire i veicoli, abbiamo stimato di circa il 50% degli spettatori. I flussi veicolari, secondo gli studi fatti, sono assorbitili dal solo Ponte dei Congressi. Da quanto so, il Ponte dei Congressi nelle condizioni di traffico quotidiane regge molto bene.
Immaginiamo un Roma-Lazio sotto tanta pioggia. Avete monitorato anche casi limite?
Ci sono molti studiosi che stanno discutendo sulle questioni più importanti, tra cui la resistenza del terreno e degli argini. Il progetto attuale tiene conto di queste necessità. Ciò che bisogna fare sono dei lavori di messa in sicurezza di alcuni punti critici, come il fosso di Vallerano, perché il Tevere ha sempre il rischio di inondazione perché intorno a Tor di Valle, un tempo, c’erano solo territori agricoli. Stiamo studiando un modo per far arrivare l’acqua piovana meno velocemente al Tevere. Il problema della tenuta idrogeologica della città è che impermeabilizzando i suoli, questo nessuno lo dice, le acque vanno più velocemente nel letto dei fiumi. Stiamo ragionando e prendendo delle precauzioni consone.
Avete appuntamenti in agenda con Pallotta?
No, nessuno. L’ho incontrato una volta sola. Non l’ho più visto dall’ultimo incontro con la Raggi.
Come mai Roma è stata bloccata da un acquazzone?
Io faccio l’assessore all’Urbanistica e non ai lavori pubblici. Si è proposto di fare alcuni studi per capire perché in alcuni punti della città ci sono grossi problemi fognari, il sistema fognario non è in grado di assorbire rapidamente i flussi di acqua che arrivano con precipitazioni fuori del normale. Roma è la capitale d’Italia ed ha un territorio fragile ed esteso sul quale bisogna investire e non ci si riesce solamente con le tasse dei romani: ci sarebbero tante cose su cui investire, come la manutenzione delle strade, perché rispetto al passato sono sorti tanti problemi.
Avete rivisto il cronoprogramma in vista della messa in sicurezza del territorio? Il ponte di Traiano resta ancora in sospeso?
Per quanto riguarda i lavori decide la Conferenza dei Servizi e non il Comune di Roma. C’è anche la Regione, sembra sempre che ci sia solo il Comune di Roma. Ponte di Traiano? Ci sono ancora dei punti da limare. Per definire l’utilità pubblica di questo progetto credo che il Pointe di Traiano serva solamente ad una parte della città, questa è una considerazione che è stata fatta non solo da me ma dalla maggioranza politica, quindi al momento non c’è alcun finanziamento da parte del Comune di Roma per costruirlo. Se poi qualcuno decidesse di finanziarlo sarà quel qualcuno ad occuparsene. Riducendo le cubature, che era uno dei punti fondamentali, l’equlibrio si mantiene con il Ponte dei Congressi. La Conferenza dei Servizi e la Regione discuteranno a breve all’idoneità del declassamento del vincolo idrogeologico.