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(19/09/2017) A.S. Roma

Di Francesco in conferenza stampa: Gonalons e Dzeko in campo dal primo minuto. Schick e Nainggolan non saranno della partita

La conferenza stampa di Eusebio Di Francesco alla vigilia della partita contro il Benevento.
 
La partita contro il Verona le ha dato conferme sulla varietà di soluzioni che ha questa rosa? “Sicuramente è stata un’ottima gara in cui si è vista la squadra che ha rimesso in campo un po’ quello che fa in allenamento. Magari nelle altre partite c’è stata qualche difficoltà in più legata anche agli avversari, però anche nelle altre avevo visto cose molto interessanti, magari molto meno in quella di Bergamo. Nelle gare che abbiamo giocato ho visto sempre una crescita costante di tanti giocatori”.
 
Sei gol subiti nell’ultima partita, zero punti in classifica, forse anche un po’ di sfortuna per questo Benevento. Che squadra si aspetta? “Innanzitutto se guardiamo il Benevento nell’ultima gara, perché magari siamo abituati a vedere l’ultima e non quelle prima, vediamo una squadra allo sfascio. Vi assicuro, al contrario, che io ho guardato il Benevento sia contro la Sampdoria, perché ci dovevamo giocare contro, con il Torino e anche con lo stesso Bologna. Ha perso immeritatamente tutte queste gare e avrebbe meritato non dico solo il pareggio ma anche qualcosa in più. Per quello vi assicuro che affrontiamo una squadra molto organizzata, che sa quello che vuole, che ha giocato sempre col 4-4-2. Ho letto che forse cambierà o che forse non cambierà, questo non lo so, però noi dobbiamo guardare in casa nostra, cercando di portare a casa ugualmente un risultato positivo ma assolutamente senza sottovalutare il Benevento che ha dimostrato di valere”.
 
Gonalons giocherà domani? Come sta andando il suo lavoro quotidiano da quando è arrivato a Roma? “Gonalons lo volevo già far giocare a Genova contro la Sampdoria, poi in base alle partite che abbiamo avuto successivamente ho scelto altre soluzioni. Credo che sia arrivato il suo momento e per quello quasi sicuramente domani sarà in campo dal primo minuto. E’ cresciuto tantissimo per quanto riguarda quelli che sono i meccanismi, anche po’ per quello che io voglio da un centrocampista centrale che, al di là dell’aspetto tecnico, di sviluppo, deve dare grandissimo equilibrio alla squadra e in questo lui, anche se viene da un campionato totalmente diverso, sono convinto che ci darà una grandissima mano e sarà il giocatore che abbiamo visto al Lione”.
 
Le condizioni di Schick e Nainggolan: “Radja quasi sicuramente non sarà di questa partita, adesso deciderò se convocarlo o meno ma con molta probabilità rimarrà qui a Roma e ci auguriamo, anzi penso sicuramente, di poterlo recuperare per sabato. Ha avuto questo piccolo fastidio che non è muscolare ma un po’ tendineo dietro la gamba. Questo problema ha bisogno solo di sfiammare e mi auguro che in questi giorni ci riesca. Però, quasi sicuramente, domani non ci sarà, invece contro l’Udinese credo di poterlo recuperare. Ma è inevitabile con i carichi di lavoro, con il nuovo metodo, la mia metodologia di lavoro, che qualche problemino ci possa essere, perché le partite sono state quasi tutte sempre intense, giocate magari su campi non ottimali come quello di sabato e questo comporta qualche fatica. Per quanto riguarda Schick domenica doveva fare un allenamento di recupero, perché aveva caricato tanto in settimana e doveva rimettersi un po’ a posto. Io, però, parto da dietro con lui. Ogni volta mi chiedete se può giocare dal primo minuto, mi chiedete come sta Schick ma Schick è arrivato a Roma con nemmeno cinque allenamenti fatti con la palla con la Sampdoria. Questo vi fa capire non tanto la condizione psicologica del ragazzo, che appena è arrivato mi ha detto di essere pronto per giocare, ma non è assolutamente pronto per giocare, perché io lo alleno, lo vedo e so le difficoltà che può avere avuto nel rimettersi al passo con gli altri. Sicuramente questo piccolo fastidio che ha avuto nuovamente, e che sarà da valutare, non lo porterà in questa gara e nella prossima ad averlo a disposizione. Mi auguro che si possa prima di tutto allenare in maniera adeguata per poi poterlo mettere in campo nel modo migliore. Perché anche quando ha giocato si è visto che ancora non è un giocatore brillante, però è anche l’unico modo per vedere la condizione reale di un calciatore”.

Con il Verona ha mostrato una grande condizione. Ma dopo un anno di stop è corretto immaginarlo dall’inizio oppure preferisce utilizzarlo con più cautela? “Alessandro viene da un lungo stop e il fatto di tante partite ravvicinate potrebbe essere un pericolo, per quello magari più a partita in corso che dall’inizio, questo sicuramente. In prospettiva, magari, lo possiamo vedere in campo sabato contro l’Udinese. In questa gara sarebbe un grosso rischio farlo giocare dall’inizio”.
 
Dzeko può giocarle tutte o possiamo immaginare Defrel centravanti visto che Under ha fatto un’ottima partita? “E’ una soluzione ma in questa partita no, credo di portare avanti un certo discorso, visto che ha trovato confidenza con il gol, è arrivato tante volte a calciare ed è in un momento positivo. In questa gara rigiocherà quasi sicuramente Dzeko”.
 
Schick contro il Verona ha giocato a destra, è quella la sua posizione? “Ad essere sincero in tutti gli allenamenti l’ho provato centravanti come alternativa a Edin, anche per una questione di condizione fisica, perché magari è meno dispendioso giocare centralmente. E questa è stata una valutazione dettata anche dalla condizione fisica, avendo Defrel più fresco, più abituato in questo momento a fare quel ruolo lì. Però a partita in corso, per dargli dei minuti e per vedere come stava, magari se avesse fatto anche gol sarebbe stato psicologicamente importante, l’ho fatto entrare senza togliere Edin. Che poi possa partire da quella posizione lì è vero, magari meno largo, un pochino più dentro, cambiando la posizione di qualche giocatore, cercando di mettere i giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio per quelle che sono le loro caratteristiche. Però può giocare benissimo con Edin o con Defrel stesso nel caso dovessi utilizzarli anche in partita iniziata”.
 
In questo modo cambia l’atteggiamento del terzino destro? “Magari anche della mezzala, non è detto. Magari può cambiare proprio il sistema di gioco, per quello io faccio tante valutazioni per cercare di non pensare solo a quella che è la mia idea di gioco ma anche alla possibilità di far rendere al meglio i calciatori che ho a disposizione”.

La Roma per molti è uscita dal novero delle pretendenti al titolo. Molti si dimenticano che deve recuperare anche la partita con la Sampdoria. Per arrivare alla partita contro il Milan prima della sosta quanto è importante che la Roma faccia filotto di vittorie? E’ positivo o negativo il fatto che secondo molti la Roma stia dietro le quinte? “Del molti mi interessa pochissimo, perché penso più al lavoro di campo. Poi sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. E’ giusto che ognuno esprima la propria opinione, mi auguro solo, lavorando da questa parte, di far cambiare idea. Detto questo, abbiamo disputato tre partite e mi sembra sempre tutto prematuro, come i discorsi dell’ultima conferenza stampa. Aspettiamo un pochino ma non vorrei però arrivare a Milano, che è un percorso più lungo. Io partirei da quella di domani e domani è importante vincere per cercare di non staccarsi. Ho già parlato nella conferenza stampa pre-Atletico del fatto dei tre punti, in riferimento alla partita non giocata a Genova, che dal punto di vista psicologico avrebbero potuto togliere qualcosina. E si è verificato che tutti sono caduti su questa cosa qui non pensando che ci manca una partita. E non è un aspetto positivo, è negativo perché non è neanche corretto per il campionato. Però è accaduto ed è anche difficile recuperarla adesso”.
 
Allegri ha detto che lo scudetto si vince a quota 90 punti? E’ d’accordo? “Al di là dei punti che si fanno l’importante è vincerlo. Qui si dice che sono stati fatti 87 punti quest’anno, che sono stati veramente tanti e quel che si è fatto è stato veramente importante, ma credo che al di là del record di punti è importante arrivare ad ottenere qualcosa d’importante. Se non sono 90 ci avviciniamo”.
 
Esodo romanista. E’ tornato entusiasmo nei confronti della sua Roma? Si aspetta un cambio di modulo da parte di Baroni? Il suo lavoro in questi giorni è stato fatto anche in funzione di questo? “La passione, prima di tutto, le persone l’hanno sempre avuta ma non per la Roma di Di Francesco ma per la Roma. Fa piacere vedere il calore di questa gente e volevo sottolineare che nella partita contro l’Atletico, nel momento in cui eravamo veramente in difficoltà, in balìa dell’avversario, ho sentito un grande tifo. Un grande tifo e grande calore da parte della gente che ci ha sostenuto nel momento di difficoltà. Questo è il vero tifoso, questo è il vero tifoso della Roma. Mi auguro che non capiti spesso di andare in difficoltà, però si sente quando hai la gente vicino e quando è positiva. Questo aspetto di positività dentro la squadra prevale. Per quanto riguarda invece il sistema di gioco del Benevento non lo so, si è parlato di tante situazioni e quel che conta per me è il nostro atteggiamento e la voglia di portare a casa i tre punti e la grande capacità di essere aggressivi dall’inizio”.
 
Si dice che Di Francesco sia un tecnico integralista rispetto alle sue idee di modulo, eppure lei ha cambiato addirittura tre moduli all’interno della stessa partita, si dice che per Di Francesco la fase difensiva sia meno importante di quella offensiva, è zemaniano, eppure la Roma ha preso gol solo in una partita. Sta cambiando il suo modo di vedere il calcio da quando è a Roma? “Secondo me chi lo dice è poco informato però a me sta bene tutto. E’ giusto che ognuno possa pensare integralista o meno, zemaniano… Io ho rispetto per tutti ma io sono difranceschiano, preferisco questa definizione nel senso che in base a quello che vedo faccio. E’ la capacità di poter leggere le situazioni e le partite che fa la differenza. Al di là del sistema di gioco e come è successo contro l’Atletico, partita che segnava il mio esordio in Champions League, io non avevo in testa il mio esordio ma la preparazione della gara e l’essere in partita durante la gara. Questo è il mio ruolo ed è determinante. Poi, che io non curi la fase difensiva, la gente che non vede gli allenamenti forse non si rende conto di quello che si fa. Io sono molto attento alla fase difensiva che non significa lavorare solo con quattro difensori ma con un blocco squadra che si muove in maniera omogenea in tutte le situazioni di gioco, specialmente quella difensiva, perché è quella che determina spesso anche la possibilità di fare gol agli avversari. Il Napoli ha fatto tre gol al Benevento non partendo dal basso ma essendo aggressivi in avanti e rubando palla. Noi abbiamo fatto il primo gol con il Verona conquistando palla da una loro rimessa laterale e facendo un’azione diretta in verticale. Non sottovaluto la fase difensiva e chi lo pensa commette un errore”.

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