Anche Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha parlato della mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale: “Ho sentito Tavecchio, gli ho chiesto che intenzioni avesse, e mi ha detto che domani ci sarà questa riunione in Figc. Come sapete è padrone di assumersi le responsabilità, ma se fossi in lui mi dimetterei. Oggettivamente in Figc non ci sono gli strumenti procedurali per procedere a un commissariamento. Un uomo di istituzioni deve ascoltare tutti ma anche ragionare con buonsenso con quelle che sono le norme. Il presidente del Coni può commissariare una federazione solo se non funziona la giustizia sportiva, i campionati o per gravi irregolarità amministrative. Ad oggi questi tre fatti non ci sono”.
Malagò ha proseguito: “Il problema non è solo Ventura e le sue dimissioni. Come sanno bene in Figc, mi sento di dire che l'inizio del suo progetto era legato a un'altra filiera di carattere tecnico che prevedeva un ruolo significativo di Lippi che poi non è più andato a buon fine. Probabilmente nell'impostazione del ruolo di Ventura, che poi è diventato responsabile di tutte le squadre nazionali, c'è stata una valutazione sbagliata. Purtroppo è stata una scommessa persa. Se il signor Tavecchio ritiene, magari dopo ieri, di essere la persona maggiormente deputata per portare avanti il nuovo corso della Federcalcio, si assume la responsabilità di questa decisione. Non c'è una regola, un'obbligatorietà. Ci sono stati casi in cui presidenti federali e allenatori sono rimasti al loro posto assumendosi la loro responsabilità, e ci sono altre persone che hanno deciso di non farlo. Sono scelte della propria coscienza”.
Su Ventura: “Di fatto sembra che il suo contratto sarebbe stato rinnovato solo esclusivamente in caso di qualificazione dell'Italia al Mondiale. Siamo a fine novembre e presumo che questo contratto ci sia ancora per qualche mese, la sostanza quindi cambia poco. Di fatto Ventura non ha il rinnovo. Che si dimetta oggi, o fra un mese cambia poco. Mi sembra che su Ventura gli elementi sono acclarati”.