Il portiere dell'AS Roma Alisson ha rilasciato un'intervista a Roma TV.
L'infanzia, il rapporto con il fratello Muriel e con i genitori: "Sono stato fortunato perché ho trascorso dei bei tempi. Mi sono fatto tanti amici ed ho lavorato con dei professionisti. Con mio fratello ci vogliamo bene, è una grande persona ed un bravo portiere che ha fatto sempre benissimo dove ha giocato. E' il mio migliore amico. Mio padre mi ha sempre detto che dovevo pensare in grande per arrivare in porti eccezionali. I miei genitori hanno lavorato e speso tanto per farmi arrivare qui e ringrazio Dio di avere due genitori cosi. Sono le persone più importanti della mia vita con mia moglie e mia figlia".
La fede: "Dio è al primo posto. La mia fede mi aiuta a vedere il lato positivo delle cose anche quando vanno male. Mi ha aiutato molto anche nel primo anno con la Roma".
Il modo di giocare con la Roma: "Il portiere diventa un calciatore in più e io sono migliorato con i piedi. Rispetto al Brasile all'inizio non è stato facile perché parliamo di allenamenti diversi, qui si lavora di più sulla tecnica. Anche il mister si è adattato un po' al mio stile di gioco".
Il trasferimento in giallorosso: "Non è stato facile nei primi mesi, anche a causa della diversa metodologia negli allenamenti. Vorrei vincere un titolo qui, la squadra lo merita perché lavora tanto. Il mio ruolo nella squadra? Nessuno è insostituibile, io arrivo al Centro Sportivo con l'obiettivo di fare meglio ed aiutare la mia squadra a vincere".
La parata più difficile? "Tutte sono difficili ma quella più bella è stata su Saùl nella sfida contro l'Atletico Madrid".
Di Francesco: "Ho un gran rapporto con lui, è un bravo allenatore e ha cambiato il nostro atteggiamento. Ora siamo più aggressivi e cattivi, la squadra difende bene, a partire dagli attaccanti. Non dobbiamo mollare".
I singoli: Dzeko, Kolarov e De Rossi: "Edin è un giocatore che in campo ti fa crescere ogni giorno. Aleksandar è uno che fa la differenza, è un leader mentre De Rossi è un grande capitano. E' uno che non parla sempre ma quando lo fa è autoritario, sa come e quando dire le cose".
Totti e l'addio al calcio: "E' stata una giornata triste e bella contemporaneamente: la gioia di aver avuto un calciatore come lui e il dispiacere per il suo addio al calcio. Abbiamo la fortuna di averlo con noi tutti i giorni".