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(25/05/2018) A.S. Roma

De Rossi: Di Francesco scelta vincente. Dzeko si è caricato la Roma sulle spalle

Daniele De Rossi è stato protagonista nella rubrica AS Roma Slide Show.
 
La foto di Eusebio Di Francesco: "La foto dell'inizio, forse il primo giorno perché leggo Pinzolo dietro. Non ero presente lì ma ci informavamo e da subito abbiamo avuto notizie su quella che era un po' l'impronta del mister e del suo staff: grossa motivazione, grossa intensità negli allenamenti ed è quella che poi abbiamo ritrovato durante l'anno. Non era facile assolutamente entrare, prendere una squadra che aveva fatto 87 punti l'anno scorso se non sbaglio, il risultato più alto della storia della Roma in campionato, entrare alla prima esperienza in una grande squadra e fare quello che ha fatto lui. Presentarsi come si è presentato lui e arrivare ai traguardi che abbiamo raggiunto. Una scelta che aveva fatto storcere la bocca a qualcuno durante l'estate. Io avevo letto i giornali, molti dubbi ma si è rivelata una scelta assolutamente vincente per quello che abbiamo visto quest'anno".
 
La foto della tournée negli USA: "Questo è lo stadio dei New England Patriots di Boston. Ci andiamo volentieri, sappiamo che è parte del nostro lavoro e incontri sempre grandi squadre, vai a giocare sempre in grandi stadi, città nuove da scoprire e avvicinarsi a dei tifosi che non pensavo neanche di avere. Sempre esperienze positive"
 
Atalanta-Roma 0-1: "E' la prima partita di campionato, decisa dal giocatore in foto (Kolarov ndr) che è stato secondo me uno dei motivi per cui la squadra quest'anno ha fatto un piccolo salto di qualità dal punto di vista della mentalità e quindi complimenti a lui ma soprattutto complimenti a chi ha avuto questa intuizione. Se abbiamo detto che qualcuno aveva storto la bocca per il mister, riguardo ad Aleks aveva storto la bocca mezza Roma e io lo conoscevo da tanti anni. Ma giocandoci assieme ho capito perché ha avuto una carriera da campione e sta continuando a mantenersi su questi livelli sia come professionista, sia come personalità. Come qualità tecniche è di una spanna superiore a tutti gli altri. Anche a livello ambientale è stato capace di sopportare quello che qui a Roma, purtroppo, calcisticamente può essere un fardello, come aver giocato nella Lazio tanti anni fa".
 
Una foto di Dzeko al termine di Roma-Inter: "Mi ripeto e continuo a parlare di personalità e di salto di qualità da parte della nostra squadra, della nostra rosa. Un giocatore che l'anno scorso ha fatto quasi 40 gol, quest'anno ne ha fatti di meno ma alcune partite le ha letteralmente vinte da solo. Che poi è sbagliato dire che le ha vinte da solo, perché si vince sempre tutti insieme, ma ha fatto quello che uno si aspetta da un fuoriclasse: si è caricato la squadra sulle spalle e ci ha trascinato, classico trascinatore non solo per il fisico ma anche per l'attitudine e l'atteggiamento che aveva in campo. Questa foto fa sorridere perché dietro poi c'è il nostro ex allenatore, al quale io sono sempre legato, che ha fatto una grande stagione con noi e quella partita fu assurda, perché fu il primo brusco risveglio del campionato della VAR. Abbiamo fatto una buona partita, niente di eccezionale,  ma una buona partita, meritavamo di vincere, abbiamo avuto degli episodi sfortunati dal punto di vista di questo assistant referee, e l'hanno vinta loro".
 
La foto della partita contro l'Atletico Madrid all'Olimpico: "Questa è stata un'altra partita che non ricorderemo come la migliore della nostra stagione. Una partita che non ci farà battere i cuori come altre che vedremo successivamente, ma è stata importantissima. Innanzitutto è stato importantissimo portare a casa un punto per la classifica del girone di Champions. E' stato importantissimo portare a casa questo punto grazie al ragazzo in foto (Alisson ndr) che poi ha continuato per tutto l'anno a tenerci a galla nel momento in cui siamo stati un po' balbettanti. Ma è stata importantissima perché in quel periodo c'era qualche mugugno, qualche dubbio, abbiamo fatto un primo tempo buono, un secondo tempo bruttissimo, e comunque rimanere ad un punto, a pari punti con l'Atletico Madrid, ci ha fatto comunque credere che avremmo potuto giocarcela fino alla fine per la qualificazione in questo gruppo di Champions, che sembrava quasi impossibile. Fui uno di quelli che disse "come si fa a spendere 10-12 milioni per un portiere? Abbiamo Szczesny...". Non lo conoscevo, non lo avevo mai visto. Poi, il mio miglior amico me lo ripete sempre "tu dopo un mese mi hai detto che questo era un fenomeno", e si vedeva che era un fenomeno ma ne ho visti tanti di portieri che arrivano in allenamento e parano tutto, portieri che fra i pali sono forti, nelle partitelle a 30 metri non gli segni... Però giocare a calcio è un'altra cosa. Lì ci sono due fattori fondamentali: uno è il ragazzo che è lui, un professionista serissimo, un professionista attento che tiene alla Roma, tiene a se stesso come è giusto che sia e si allena sempre bene, e l'altro fattore è stato Marco Savorani. Io non mi alleno mai con Marco Savorani, non so se è bravo o meno, ne sento parlare in maniera incredibile da parte di tutti quanti, da parte dei suoi portieri. Poi i risultati si vedono. Io vedo dei portieri che migliorano costantemente, quindi qualche fondo di verità ci deve essere se tutti dicono così".

La foto di Roma-Napoli: "E' un'altra tappa non proprio felicissima della nostra stagione ma nella prima fase della stagione abbiamo avuto qualche piccolo passo falso. Abbiamo perso in casa contro una squadra che secondo me gioca meglio in Italia e non solo, abbiamo perso subendo un gol in maniera sfortunata con un mio rimpallo su una chiusura al limite dell'area. Abbiamo avuto un approccio diverso nel secondo tempo, siamo andati ad aggredirli senza temere il loro palleggio e secondo me quel secondo tempo, nonostante non abbiamo portato punti a casa, ci ha segnato un po' la via. Ci ha detto che, anche se le squadre a volte sono più brave a palleggiare, a tenere di più la palla di noi, se tu non le aggredisci la palla non la prendi mai. Se invece le vai ad aggredire, che poi è il credo di base del mister, le metti in difficoltà".
 
La foto dell'esultanza di Kolarov e Dzeko a Londra contro il Chelsea: "Questa è un'altra serata indimenticabile per un romanista. Mi riallaccio al discorso di Roma-Atletico Madrid. Questa è la partita che ci ha fatto capire che noi potevamo veramente andare avanti in Champions. Una partita che non abbiamo vinto ma che avremmo meritato di vincere e abbiamo dato un antipasto all'Europa di quello che potevamo essere. Fu una partita che mise tutto su un piano diverso e qui vediamo Perotti, che fece una grande partita, Aleks ed Edin che sono stati decisivi come al solito, però cominciamo anche a vedere quello che è stato il nostro cammino, quello che è stato il nostro compagno di viaggio, la curva in trasferta, la curva in casa, i tifosi dietro che esultano ai nostri gol. E' stata una stagione da questo punto di vista molto importante".
 
La foto del gol di Nainggolan nel derby d'andata: "Una partita delicatissima come sempre, come tutti gli anni. Gli ultimi derby li avevamo persi con loro, o meglio eravamo usciti in Coppa Italia e avevamo perso in campionato. Continua ad esserci, secondo me, una sostanziale differenza di qualità tra noi e loro. Noi siamo meglio. Queste partite sono sempre difficili da giocare, c'è sempre grande tensione e anche la squadra avversaria la gioca con la stessa tensione e quindi con la stessa attenzione. Lì fu la partita perfetta dal punto di vista di quello che vuole il mister: grossa riaggressione nella loro metà campo. Facemmo i due gol in questa maniera, li pressammo per tutto il secondo tempo, il primo tempo fu abbastanza equilibrato. Poi chiudemmo la partita con le individualità, perché puoi pressare quanto ti pare ma se non hai un giocatore che dai trenta metri la schiaffa all'angolino come Radja magari fai 0-0. E' un buon mix: un allenatore che organizza la partita in una certa maniera e un campione che la decide, come decide spesso lui le partite importanti".
 
La foto della Curva Sud con la coreografia Roma: "Fu un riavvicinarsi netto, forte e facile da sentire da parte di noi calciatori, tra noi e la curva. Più che altro da parte loro, perché noi siamo stati sempre qui a fare il nostro lavoro, a volte bene, a volte male, però noi non possiamo fare più di tanto se non dargli un motivo per essere orgogliosi di noi, e quest'anno credo che l'abbiamo fatto. Loro lo hanno sentito. Non è vera la storia che se non vicini i tifosi non ti vengono dietro, perché quest'anno non abbiamo vinto niente eppure abbiamo trovato migliaia di persone a far galleggiare un autobus fuori dallo stadio prima della semifinale di Champions League che avevamo perso 5-2 all'andata, e quindi non un risultato facile da ribaltare. Questa è una foto essenziale: il nostro nome, la nostra curva. Sembra una cosa minimal, come dicono quelli bravi, ma c'è tutto quello che io e che loro vogliamo: lo stadio, il campo da calcio, la curva piena, i colori nostri, il nostro nome e, come ho detto prima, questa unione tra noi e loro che abbiamo ricreato in questa stagione, ci può fare solo ben sperare per il futuro".
 
La foto dell'esultanza della squadra al termine di Roma-Qarabag: "Altro momento importante. Foto bella, tutti quanti insieme: quelli che hanno giocato, che non hanno giocato, quelli che sono entrati, ragazzi che adesso non sono più qui a giocare con noi. Li avevamo appena scoperto di essere primi nel girone, perché Chelsea e Atletico avevano pareggiato ed è una cosa che ci ha dato una mano nel prosieguo della Champions. Passare come primi un girone del genere non è una cosa da Roma, se possiamo dirlo, anche se un po' fa male. Invece ci siamo trovati con una squadra come la nostra che ha saputo imporsi, ha saputo vincere un girone e prepararsi un ottavo di finale più agevole".

La foto di Di Francesco e Totti: "L'inizio della stagione non è stato Pinzolo ma è stato il 28 maggio scorso. E' iniziata una nuova vita, una nuova storia, per Francesco sicuramente ma anche per tutti i romanisti, perché vuoi o non vuoi, più giovani, più vecchi, non vedere più lui in campo con la fascia da capitano, o anche se negli ultimi anni ha giocato di meno, vederlo li in panchina o in allenamento con noi, è qualcosa di nuovo, qualcosa di scioccante per un tifoso della Roma e lo è stato anche per noi calciatori. E' la prima stagione senza di lui in campo ed è stata complicata e sono ancora più contento che sia andata molto bene come risultati e come atmosfera. Perché non era facile, non era facile togliere un simbolo così grande a tanta gente e riuscire a ricreare tutto questo entusiasmo, nonostante non ci sia più lui in campo a deliziarci. Per quanto riguarda questa foto, vediamo tutta la sua stagione: un dirigente che parla con uno che è stato fino a poco fa un suo amico, lo è ancora, un suo compagno di squadra, ma gli parla con un altro punto di vista, con un altro ruolo. E sebbene l'inizio sia stato difficile, lo vedo ora calato nella parte, lo vedo a suo agio. Vedo anche i giocatori che lo riconoscono come una figura dirigenziale e non come un ex compagno che magari faceva battute fino al giorno prima nello spogliatoio. E' sempre il cazzarone che era una volta ma si sta ritagliando questo ruolo che poi sarà il ruolo che ricoprirà in maniera più importante in futuro".
 
La foto del gol di Schick contro il Torino in Coppa Italia: "Questa è stata una partitaccia, una partita brutta, una delle più brutte quest'anno, nonostante avremmo meritato di vincere secondo me. Abbiamo sbagliato un rigore, abbiamo avuto tante occasioni, però mi fa più male rispetto ad altre sconfitte in casa, che sono state troppe quest'anno, perché siamo usciti da un Coppa alla quale dovremmo tenere di più. Dobbiamo puntarci molto perché sarebbe importante tornare a giocare una finale, ad alzare un trofeo. Quella fu un'eliminazione cocente. Ci fu quel guizzo di Patrik, che ha un talento incredibile e ci fece piacere, ma purtroppo non portò alla qualificazione. Però quella fu una brutta partita e in quella brutta partita trovammo questo giocatore che quest'anno ha alternato ottime partite a partite più deludenti. Ma è ancora un ragazzino, ha 20 anni, e lo aspettiamo perché potenzialmente né lui, ne noi ci rendiamo conto di quello che potrebbe fare in futuro".
 
La foto di Juventus-Roma: "Un'altra partita che è venuta subito dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia. Sfortunata. Se ne sono dette tante, loro più cattivi, più cinici, sono state dette tante inesattezze. Loro sono fortissimi, sono i più forti a 7 anni a questa parte, hanno una potenzia societaria, economica che li rende quasi imbattibili, anche se noi proviamo a farlo. Quella è stata una partita che avremmo potuto pareggiare, ma alla lunga hanno questa concentrazione, questa intensità dalla quale noi dobbiamo prendere spunto, perché forse ci manca solo quello. L'obiettivo è continuare a giocare come abbiamo fatto quest'anno. Il prossimo anno ci conosceremo ancora di più, probabilmente perderemo meno punti per strada e vogliamo dargli fastidio come ha fatto il Napoli, togliendogli magari anche lo scudetto dal petto".
 
La foto di Roma-Sampdoria: "Un'altra partaccia: un periodo nero quello di gennaio. Abbiamo perso troppe partite in casa, battute d'arresto che pesano sulla classifica e sul morale. Forse ancora di più sul morale. Io ho vissuto in maniera abbastanza lucida quel gennaio, perché ero infortunato, quindi la vivevo quasi da spettatore. A gennaio abbiamo perso la trebisonda, eravamo nervosi e non più sicuri di essere così forti come pensavamo. Queste sono partite che fanno male".
 
La foto di Verona-Roma: "Parliamo sempre dello stesso periodo, parliamo di un periodo in cui anche una vittoria contro una squadra di bassa classifica come il Verona poteva darti grande morale, e soprattutto poteva farti scoprire un campioncino che fino a quel momento non aveva fatto parlare di sé come ha fatto successivamente. Lui è il mio cavallo, mi piace tantissimo lui come ragazzo. Avremmo scambiato 10 parole in tutto l'anno perché lui dice "ciao", "buonasera" e "buon appetito". E gli dico sempre che deve imparare l'italiano. Gli leggi negli occhi che è un ragazzo buono, che vuole migliorarsi, che è umile e poi ha delle qualità eccelse, tecnicamente e di velocità. Il futuro è dalla parte sua. E' stato un colpo incredibile da parte di Monchi. Spero che sarà il futuro della Roma, perché è incredibile e potrà essere determinante".
 
La foto della vittoria a Napoli: "La foto dice tutto. La faccia di Insigne dice tutto. Si parlava del Napoli come se fosse il Barcellona o il Real Madrid, perché era una squadra che col gioco ti stendeva. E quella contro di noi fu il primo loro vero passo falso, il primo risveglio da quel sogno che hanno cullato fino alla settimana scorsa. Andammo subito in svantaggio, ma pareggiammo subito e a livello mentale fu molto importante. Abbiamo fatto una partita incredibile dal punto di vista dell'attenzione, della qualità delle giocate singole e poi una di quelle partite in cui il nostro numero 9 ha deciso di far vedere a tutti quanti che è più forte degli altri".

La foto di Dzeko dopo il gol allo Shakhtar: "Questa è stata importante, bella, sofferta. Loro sono molto forti. All'andata finì 2-1 per loro e paradossalmente sembrava molto difficile recuperarla perché loro con quei contropiedisti e quel modo di giocare che avevano ero sicuro che ci avrebbero messo in difficoltà. Invece fu la prima di una serie di partite nelle quali dimostrammo a tutti che siamo una squadra veramente forte anche noi. Il gol fatto con quella grande palla di Strootman, la sofferenza finale, lui che ci faceva salire, anche noi in fase difensiva siamo stati sempre attenti, non abbiamo concesso niente allo Shakhtar. E' stata una partita perfetta. L'1-0 è meno affascinante del 3-0 al Barcellona o del 4-2 al Napoli ma se fossi un allenatore vorrei una partita del genere. Squadra attenta, perfetta e concentrata per andare ai quarti di finale".
 
La foto di Barcellona-Roma: "E' stata una serata bellissima, perché bello giocare in questi stadi, con queste platee è qualcosa di unico per un calciatore. Li avevamo studiati parecchio. Il mister dopo il sorteggio ha detto di pensare al campionato, perché mancavano ancora diversi giorni. Poi in privato mi disse che erano battibili, che avevano delle grosse carenze, dei grossi punti deboli... Ce la siamo andati a giocare e secondo me abbiamo fatto una partita degna, giusta, tosta. Abbiamo giocato bene. Anche lì ci furono due rigori netti per noi, che poi non ci hanno dato. Siamo stati bravi a non abbatterci, a non piangere troppo a fine partita e al ritorno sappiamo come è andata. I gol lì ce li siamo fatti da soli, uno lo feci io in scivolata per fermare un inserimento di Messi. Riuscii a buttare la palla nell'unico angolo dove Alisson non sarebbe potuto arrivare e questo è singolare e la dice molto sulla sfortuna di quella partita e sulla qualità del nostro portiere".
 
La foto dell'esultanza durante Roma-Barcellona: "Fa ridere questa foto, perché c’è tutto, c’è il calcio, c’è lo sport che amo. Ma la cosa più bella qua sono quelli con la felpa arancione, col giubbotto arancione: questa è la forza di questa squadra. Pellegrini che si abbraccia con un preparatore atletico, Maxime Gonalons che ha gli occhi iniettati di sangue, questa è la nostra forza. I giocatori che magari in quella partita non erano protagonisti in prima persona ma guardateli in faccia e capirete quanto hanno voluto questo passaggio del turno, questa vittoria, questo sogno che poi abbiamo regalati a quelli dietro, alla curva. Il video era chiaro. Guardare i video delle squadre avversarie è fondamentale, farlo bene non è solo un farti sapere cosa devi fare in campo ma è un risvegliare la coscienza dei giocatori, farti rendere conto che in quell’occasione questa squadra soffre e tu gli puoi far male. Eravamo consapevoli che bisognava fare un miracolo, fare la partita perfetta, bisognava segnare presto, bisognava farne un altro non troppo tardi, tutte cose che abbiamo fatto. Magari se la rigiochiamo tante volte non vinciamo 3-0 ma assolutamente se rigiochiamo tante volte Barcellona-Roma non perdiamo 4-1".
 
La foto della festa nello spogliatoio: "Un gruppo di amici, di amici più una principessa lì in mezzo (la figlia di Dzeko ndr). E' stato un post partita singolare, come sempre. Sentivo loro che urlavano perché io ero al doping, chiuso come uno scemo. Ho vinto un Mondiale a 22 anni e ho fatto il doping dopo la partita quindi non ho gioito neanche in quella circostanza. Però meglio vincere, non festeggiare e vedere i tuoi compagni così contenti, che non vincere. Voglio veramente bene a loro, sono speciali ed è un gruppo perfetto. Ci sono anche i ragazzini in mezzo come Antonucci e Luca Pellegrini, c'è Jonathan Silva che non ha giocato praticamente mai, tutta gente che fa parte del gruppo, scherzi, battute, ogni tanto si prendono come bersaglio. Capradossi è il nostro amuleto, un ragazzo speciale. Ragazzi che poi quando c'è da giocare sono decisivi".
 
La foto della Roma che rende omaggio alle vittime di Hillsborough: "Un momento toccante perché siamo andati ad affrontare questa partita come se fosse una finale. I nostri tifosi erano in fermento. Prima c'è stato questo doveroso saluto alle 96 vittime di questa tragedia sportiva, calcistica, che è successa tanti anni fa. Rispetto doveroso nei confronti di una tifoseria che ancora oggi piange cucinotti, nipotini. Ci ha colpito l'età delle vittime: 20 anni, 10 anni, 11 anni... Cose agghiaccianti se si pensa che erano andati a vedere una partita di calcio. Massimo rispetto per chi ha sofferto in questa circostanza e anche massimo rispetto per la mia società che è stata attenta a ricordarsi questo".
 
La foto di Mohamed Salah che chiede scusa dopo uno dei gol fatti alla Roma: "Ora chiede scusa eh? (ride ndr) Giocatore eccezionale, ragazzo eccezionale, merita quello che sta ottenendo quest'anno. A proposito di partite che se le rigiochi altre 10 volte non finiscono così questa è una di quelle. Siamo contenti della stagione che abbiamo fatto. Io continuo a non dormirci la notte perché avremmo potuto fare qualcosa di più e fa male perché ho paura che non mi ricapiti più. Abbiamo incontrato una squadra forte, un allenatore fortissimo, hanno giocato sulle nostre incertezze e un giocatore su tutti ha fatto la differenza: Momo. Spero che continui a far parlare di sé. Lui e Under sono simili, timidi, semplici e simpatici. Salah ha dimostrato di più, perché è più grande ma se posso scommettere su qualcuno che possa ripercorrere le stesse tappe di Momo dico Under".
 
La foto del post Roma-Liverpool: "E' il finale del nostro sogno. E' il post partita dopo il Liverpool. Avremmo potuto vedere le stesse teste abbassate dopo Roma-Barcellona, perché c'era da fare un'impresa e ci siamo andati vicino contro il Liverpool. Abbiamo fatto una grande partita, anche lì se avessimo segnato il 3-2 su rigore, con l'espulsione del giocatore che aveva colpito la palla con la mano, al 62°, chi lo sa che storia avremmo raccontato? Però andiamo avanti da quello che abbiamo dimostrato e che abbiamo ricreato. In questa foto eravamo tutti abbacchiati ma a tutti giocatori c'è da dire di alzare la testa, di guardare la curva Sud piena, lo stadio pieno che ci applaudiva perché è da lì che si riparte, da lì che si può piantare il seme della vittoria per il futuro più immediato. Spero più immediato per me perché non mi manca tantissimo tempo ma questa può essere una base calcistica per i prossimi 10 anni".
 
La foto della Sud prima di Roma-Liverpool: "Sai fai 0-0 fuori casa e ti trovi lo stadio pieno al ritorno dici "grazie, è normale". Perdi 4-1 a Barcellona e 5-2 a Liverpool e trovi questa quasi violenza nel tifarti, nello spingerti, violenza simbolica naturalmente, forza e intensità. Contro il Barcellona fu proprio clamoroso il riscaldamento. Quando giocammo 2 anni fa contro il Barcellona in molti erano venuti a fare le foto a Messi, Iniesta e agli altri. Stavolta erano venuti a cercare di aiutarci a spazzarli via. Erano consapevoli che avremmo potuto farcela, quasi loro più di noi. Poi c'è stata un'unione, che è la fotografia di tutto l'anno. Un crescendo di intenti tra noi e loro e un amore che deve essere così, mai intaccato dai risultati della squadra. Certo la squadra deve essere degna di questo amore ma è tornato quell'amore folle che ho vissuto quando ero piccolo".
 
La foto del presidente James Pallotta: "La sua faccia dice tanto. Magari voleva buttarsi dentro un'altra fontana (ride ndr). Al di là del suo essere eccentrico quando si vince, ho visto la voglia di vincere nei suoi occhi di creare qualcosa di grande e secondo me ci sta riuscendo. Quando viene sa tutto quello che è successo. Non è uno che non si informa. Ha per lui gente che lavora quotidianamente con noi. E' gente che vuole vincere, che sa il fatto suo perché nel proprio lavoro è diventato uno dei numeri uno in America e nel mondo. Anche lui nei primi anni ha dovuto capire di cosa si trattava e adesso è entrato pienamente nel ruolo e spero che continui a rinforzare la squadra. Lui e il suo staff, Baldissoni, Monchi, secondo me anche quelli che c'erano gli anni precedenti hanno fatto un grandissimo lavoro, Sabatini, Massara, meritano un riconoscimento, una squadra in grado di tirare su qualche trofeo".
 
La foto del ds Monchi: "Non c'è mai stato nella Roma un dirigente che ha vinto così tanto come lui e questo può far solo ben sperare. Lui la strada la conosce. E' uno che dal punto di vista della voglia di vincere non è secondo a nessuno. Grande ambizione, grande voglia di essere sempre presente e conoscenza calcistica. Quest'anno ha tirato fuori due giocatori dal cilindro in maniera incredibile: Under non lo conosceva nessuno di noi. Aspettiamo la prossima estate che sarà un altro esame importante per lui e sono sicuro che già sa quello che deve fare. Lo vedo contento di quello che è stato fatto e se sto qui gran parte del merito è suo e quindi posso solo ringraziarlo. E' stato lui ad imporsi per farmi rimanere l'anno scorso e credo di essere stato bravo quest'anno".
 
Un'altra foto di Under dopo il gol a Cagliari: "In queste partite delicatissime lui segna sempre. Questa partita arrivò dopo il Liverpool ed entrammo in campo con ancora un po' di amarezza. Perdemmo Manolas e il mister ha stupito tutti noi inserendo Capradossi con la naturalezza che solo i grandi allenatori hanno. Ed Elio è stato l'emblema del gruppo unito, del gruppo che lavora, del giocatore che sa che domenica non giocherà neanche un minuto ma che continua ad allenarsi bene e poi alla fine ha un'occasione. Questa fu una partita fondamentale perché ci ha rimesso in Champions". 
 
Una foto di De Rossi al termine dell'ultima partita in casa: "Una serata piacevole, divertente. Ho iniziato a farlo da solo il primo anno, poi ho portato mia figlia che ora ha 13 anni, poi ne ho portata un'altra, quest'anno ho portato l'ultima bestia che è nata in famiglia che ha preso a morsi Romolo il lupo che era in campo. Dovevamo fare questo punto importantissimo per la Champions, ma se penso a questa partita penso a quello che c'è stato dopo, alle nostre famiglie tutte unite dentro al campo a salutare quelli che sono l'altra nostra famiglia, i tifosi che ci accompagnano ovunque. Tutti vogliamo vincere, a maggior ragione dopo aver visto cosa vuol dire vincere qui a Roma. Alcuni calciatori sono entrati negli spogliatoi dopo il Liverpool con gli occhi lucidi dicendo "Pensa che succede qui se vinciamo", ecco pensa se vinciamo l'anno prossimo. Questo è quello che devono pensare i nostri tifosi e noi abbiamo bisogno di loro e loro hanno bisogno di noi come siamo stati in questa seconda parte di stagione. Vedere i miei figli, soprattutto quello maschio, con la maglia numero 16 mi ha emozionato molto, è stato bello, divertente".

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