Nella puntata di mercoledì 20 giugno, questa l’apertura di Mario Corsi a Te la do io Tokyo. Si parla dello Stadio della Roma, dell'inchiesta della Procura, dei cambi di opinione di Alemanno, Marino, Raggi e i Cinque Stelle...
"La Roma e Pallotta, nell’inchiesta non c’entrano nulla, questo ce lo ha detto il procuratore Ielo, quindi ogni ragionamento deve partire da questo muro. Noi perché eravamo scettici su questo progetto? Non perché non volevamo lo stadio della Roma, queste sono cazzate, ma per un motivo molto semplice: abbiamo visto dei cambi repentini di opinione. Alemanno prima diceva che gli americani erano arrivati solo per fare lo stadio e che della Roma non gli fregava nulla, poi, dopo un po’ di tempo, cambiò idea e disse che questi americani erano persone validissime. Marino, che nulla sapeva di calcio, arrivò a spronare i tifosi della Roma ad andare sotto il Campidoglio per convincere i consiglieri a votare a favore del progetto. In ultimo i Cinque Stelle: Raggi e Frongia, ad esempio, parlavano di regalo di Natale a Parnasi e alla vedova Armellini, di porcata, paragonavano il progetto ad un cadavere e dicevano che bisognava cambiare area perché a Tor di Valle c’era un rischio idrogeologico; poi, tutto d’un tratto è bastato togliere tre torri e sostituirle con un po’ di palazzine. Visti tutti questi stravolgimenti noi avevamo ipotizzato qualcosa, ma non che ci volesse un genio, non avevo sotto chissà quali carte, leggevamo i giornali e ci informavamo, punto. Un paio di domande uno se le comincia a fare, no? Partiamo da Unicredit, aggiungiamoci Parnasi e poi scriviamo 400 milioni...il resto vien da se'...”
Potete riascoltare tutta l’apertura di Mario Corsi nel podcast completo della trasmissione disponibile online da dopo le 16.