Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha parlato a Sky Sport. Il numero uno della federazione ha toccato anche i temi legati al settore giovanile e allo sviluppo dei campionati italiani.
Settore giovanile: "Sono sempre stato un accanito sostenitore del talento, il problema è scovarlo e formarlo, per trasformarlo in campione. Questo è il passaggio più delicato e per fare questo ci vuole la formazione e ci vogliono formatori altamente qualificati. Dobbiamo lavorare sul concetto delle accademie: pensare di avere come fiore all’occhiello solo i Centri Federali, ma non poter fare formazione…Dobbiamo formare gli uomini del domani. Molte volte puntiamo tutto sulla creazione della tecnica sportiva, forse ci dobbiamo anche preoccupare del futuro di questi ragazzi. Ci vuole la scuola, una sorte di Accademia che li aiuti a studiare, oltre che a giocare a calcio".
Serie A, B e C: "Sono partito da una valutazione oggettiva: ci sono delle problematiche legate alla riduzione del numero delle squadre professionistiche. Io ho proposto qualcosa di diverso che è più collegato al principio della sostenibilità. Il mondo professionistico non può avere più di 40 squadre che sono le 20 di Serie A e le 20 di Serie B. Ho proposto al Governo italiano ed è in atto una norma che riguarda la disciplina del semi-professionismo, che potrebbe riguardare non solo la Lega Pro, ma anche il calcio femminile, ma anche il basket, la pallavolo, il tennis ed è una proposta che guarda dritto negli occhi al futuro perché non possiamo continuare ad ipotizzare un mondo professionistico o uno dilettantistico che non abbia questi canoni. La Lega Pro, come semi-professionismo, conserverebbe tutti i vincoli e i diritti derivanti dal professionismo, ma avrebbe dei vantaggi di natura fiscale legati al dilettantismo. Con un impegno: il 50% di questo vantaggio dovrebbe essere investito nelle infrastrutture, il 50% nei settori giovanili".