Francesco Totti ha rilasciato un'intervista alla rivista spagnola Líbero.
Il rapporto con la città di Roma: "Roma si gode me per il giocatore e per la persona, per quello che ho fatto. Ma io, nella vita quotidiana, non me la godo Roma. Perché tanti monumenti, tante strade, tante cose io fino ad oggi non le ho ancora viste. Il Colosseo l’ho visto tre o quattro anni fa: una cosa surreale. Io a via del Corso sono trent’anni che non ci vado, l’ultima volta avevo 18 o 19 anni. Non posso fare una passeggiata, non posso andare al cinema, devo entrare quando il film è iniziato. Sono cose surreali se ci pensi, però mi piace, sono abituato e mi fa piacere. Certo, poi ci sono momenti in cui vorresti stare per conto tuo, respirare un po’ di più: sono un essere umano anche io".
Il rapporto con la città di Roma: "Roma si gode me per il giocatore e per la persona, per quello che ho fatto. Ma io, nella vita quotidiana, non me la godo Roma. Perché tanti monumenti, tante strade, tante cose io fino ad oggi non le ho ancora viste. Il Colosseo l’ho visto tre o quattro anni fa: una cosa surreale. Io a via del Corso sono trent’anni che non ci vado, l’ultima volta avevo 18 o 19 anni. Non posso fare una passeggiata, non posso andare al cinema, devo entrare quando il film è iniziato. Sono cose surreali se ci pensi, però mi piace, sono abituato e mi fa piacere. Certo, poi ci sono momenti in cui vorresti stare per conto tuo, respirare un po’ di più: sono un essere umano anche io".
Il rapporto con i romani: "Mi inorgoglisce perché il rapporto con tutti i romani va oltre il calciatore e il tifoso. Il fatto di essere cresciuto con una squadra sola mi ha aiutato a capire tante cose reali di Roma".
Perché la Roma è speciale? "È speciale per me perché sono sempre stato tifoso della Roma, è sempre stato il mio sogno indossare la maglia della Roma, il numero dieci e la fascia di capitano. Una volta che sono riuscito a ottenere questo sogno me lo sono tenuto stretto. Questa è la mia specialità mia rispetto a tanti altri".
E perché Roma è speciale? "Roma per me è la città più bella del mondo. Ci sono mare e montagna, c'è il sole, ho amici e parenti. Per me è una città che non cambierei con nessun'altra al mondo".
Il Real Madrid nel 2004: "Diciamo che all’80% ero indirizzato verso il Real Madrid. Perché poi con la Roma c’erano stati un po’ di attriti, anche se Sensi mi voleva bene veramente. Avrebbe fatto qualsiasi cosa, però le cifre erano alte".
Ti avrebbero dato la 10 di Figo? "Si, mi avrebbero dato qualsiasi cosa per andare lì, tranne la fascia di capitano perché c'era Raùl. Lui doveva guadagnare più di tutti perché era il capitano ed il simbolo del Real Madrid".
"Nel 2004 mi scadeva il contratto con la Roma, c'erano stati alcuni problemi con il presidente ma per altri motivi, non miei personali. E il Real Madrid mi aveva offerto qualsiasi cifra per andare lì".
Perché ti sei rifiutato? "Ci ho pensato tantissimo, all’80% ero per il trasferimento a Madrid. Anche Ilary mi spingeva verso Madrid, mi diceva che avrebbe lasciato tutto e mi avrebbe seguito. La mia è stata una scelta di cuore, verso i tifosi, verso gli amici e la famiglia. Fare una cosa diversa da tutto quello che c’è stato, da tutti gli altri giocatori. In molti cambiavano squadre, Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, mentre io volevo essere quello diverso: giocatore forte che ha indossato sempre un'unica maglia".