Amantino Mancini, ex calciatore dell'AS Roma, ha rilasciato un'intervista a Sky Sport nella quale ha ripercorso la sua carriera.
In prestito al Venezia: "Arrivai dal Brasile a gennaio, passai dai 30 gradi del mio paese ai -4 del nord. Per me fu molto dura, poi in Serie B allora si giocava sempre a palla alta e con lanci lunghi. Imparai la lingua e questo mi aiutò tanto. Ho giocato pochissimo, però il periodo a Venezia mi è servito tanto per adattarmi al calcio italiano".
Il ritorno alla Roma: "Non fu facile presentarsi a Trigoria. A Venezia non avevo giocato praticamente mai e in più, non appena entrai nell'ufficio del mister durante il mio primo giorno, lui mi chiese: 'Perché non hai mai giocato lì?'. Non sapevo cosa rispondere. Poi, nel ritiro estivo in Austria, mi ha messo titolare fin dal primo giorno e non mi ha mai tolto. Lo ringrazierò per sempre per la fiducia. Nel mio primo anno a Roma ho fatto otto gol e più di 15 assist. Il tutto quando solo un anno prima ero un giocatore sconosciuto".
Cassano: "Un giocatore eccezionale che aveva una tecnica incredibile. Non era molto equilibrato mentalmente (ride ndr), ma è stato un piacere giocare con lui".
Totti: "Un onore condividere lo spogliatoio con lui. Aveva una qualità assurda, rappresentava la Roma. Era una persona umile, un capitano tranquillo. Era troppo forte. Diverso dagli altri".
Il gol di tacco alla Lazio: "Una rete memorabile, la prima con quella maglia. Colpii la palla con il tacco, un gesto tecnico incredibile. E' stato il mio gol più bello".
Il gol al Lione: "Ne feci otto di passi intorno alla palla (ride ndr). Fu una notte splendida. In quegli anni il Lione aveva una squadra molto forte, da Juninho a Malouda e Fred. All'andata finì 0-0, giocammo benissimo ma fummo molto sfortunati. Al ritorno una partita fantastica, giocavamo a memoria".
Spalletti: "L'allenatore più forte che abbia mai avuto voglio prenderlo come esempio, è stato un grandissimo. Giocare in quella Roma era un piacere, c'era un tasso tecnico sopra la media e un mister molto bravo. Luciano insegna calcio, ti fa capire un sacco di cose. Durante gli allenamenti, se necessario, ti prendeva anche per il braccio pur di farti assimilare i movimenti. Sul campo era il numero uno".