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(13/01/2021) A.S. Roma

Tiago Pinto: Ho scelto la Roma dopo aver parlato con i Friedkin. Il loro progetto mi ha convinto. Il nostro è un progetto a medio e lungo termine. Il rinnovo di Pellegrini? Faremo tutto il possibile. Avere un dipartimento scouting forte fa la differenza

La conferenza stampa di presentazione di Tiago Pinto, nuovo GM dell’area sportiva dell’AS Roma.
 
Prende la parola Tiago Pinto: “Buongiorno a tutti, vorrei rispondere alle vostre domande in italiano ma sto ancora studiando per una migliore conoscenza della lingua, quindi risponderò in portoghese. Grazie”.
 
Le sue sensazioni in questi primi giorni a Roma: “Sono molto felice di essere qui, molto motivato con questo progetto. Confesso che i primi giorni non sono stati facili perché sono stato costretto a lavorare da casa. Un conto è lavorare con videocall, un conto è lavorare sul posto però fortunatamente da ieri ho potuto essere qui presente a Trigoria, lavorare a stretto contatto con tutte le persone, lo staff e l’allenatore. Sono molto felice e le prime sensazioni sono positive”.
 
Cosa l’ha convinta a lasciare il Benfica e a scegliere la Roma? “Come già sapete i giornalisti italiani in questo senso sono stati molto bravi, hanno svolto un ottimo lavoro di indagine. Conoscete bene la mia storia, una grande storia d’amore con il Benfica e la decisione di lasciarla non è stata facile. Quello che mi ha convinto a prendere questa decisione sono stati i colloqui avuti con Dan e Ryan che mi hanno spiegato le loro intenzioni e il loro progetto, quello che vogliono costruire. Ecco, colloqui e conversazioni che mi hanno davvero motivato, che mi hanno fatto capire di poter essere un elemento importante per trasformare in pratica e in realtà le loro idee e rendere la Roma una squadra sempre più competitiva e in grado di vincere dei titoli”.
 
A Roma non si vince un trofeo dal 2008. Cosa si deve aspettare la tifoseria? Investimenti per l’istant team per provare a vincere lo scudetto o un progetto futuribile? “Credo che in Italia tutti si siano già resi conto di quello che è stato il grande sforzo di Dan e Ryan di mantenere la sostenibilità per questo club. Questo è un progetto a medio e lungo termine. La sostenibilità di un club è importantissima, imprescindibile se si vuole vincere in futuro. Nessuno nel calcio è in grado di stilare un calendario con la tempistica con la quale si vincerà. Questa è qualcosa che succede nel futuro. Ma quello di cui sono assolutamente certo è che la nostra ambizione è un’ambizione molto grande, è un’ambizione che va a medio e lungo termine ma soprattutto un’ambizione che deve essere quotidiana: lo staff, l’allenatore, tutte le persone che lavorano qui, ogni giorno devono fare meglio del giorno precedente. I calciatori ogni giorno devono essere migliori. Le prestazioni quindi, di partita in partita, devono essere sempre migliori. Se saremo in grado di fare questo i risultati e i titoli arriveranno. Ma è importante capire che la sostenibilità di un progetto è imprescindibile se si vuole vincere in futuro e soprattutto in maniera costante e regolare nel tempo”.
 
Le trattative per il mercato invernale: “Stiamo lavorando quotidianamente tutti insieme per trovare le soluzioni migliori per la Roma. Ribadisco ancora una volta che questo è un progetto a medio-lungo termine ma insieme a Dan e Ryan stiamo lavorando tutti i giorni per rendere questa squadra più forte e competitiva”.
 
Il rinnovo di Lorenzo Pellegrini: “Non c’è alcun dubbio e lo vedrete nel tempo. Io sono una persona trasparente e amo dire sempre la verità. Pellegrini incarna quello che è il nostro progetto: un giocatore giovane, di talento, profondamente legato alla Roma. Presto faremo tutto il possibile per realizzare questo rinnovo”.
 
La vittoria di un titolo può arrivare in tempi ragionevolmente brevi? “A questa domanda in parte avevo già risposto. Ribadisco che nel calcio e nello sport in generale è impossibile stabilire una data entro la quale si vincerà. Senza entrare in esempi concreti tutti voi avete presente i casi che ci sono stati in Europa e in Italia di squadre che hanno investito fortemente in una stagione per cercare di vincere nella stagione successiva la Champions League o il campionato nazionale e così non è stato. Questo perché nel calcio le cose non funzionano in questo modo. Mentre noi stiamo lavorando quotidianamente per rendere la Roma sempre più competitiva e sempre in lizza nelle fasi decisive di tutte le competizioni. E sono sicuro che se tutti i giorni lavoreremo con impegno e con questo spirito di andare oltre, migliorarci ogni giorno, tutte le persone qui presenti, lo staff, i calciatori, l’allenatore, sono sicuro che saremo più vicini a questo obiettivo”.
 
Nel corso della gestione Pallotta la Roma non ha vinto neanche un trofeo e ha dovuto quasi sempre vendere i giocatori migliori per mantenere l’equilibrio finanziario senza peraltro raggiungerlo. Vista la sua esperienza nel Benfica, come si fa a raggiungere il doppio obiettivo in un club che non ha le risorse economiche di Juventus e Inter ed è fortemente indebitato? “Vorrei premettere che sarebbe bene prestare massima attenzione ai paragoni perché i club sono diversi, i contesti sono diversi. Abbiamo citato l’Inter, la Juventus e anche il Benfica. Quello che è chiaro è che questo club vuole trattenere i propri migliori giocatori il più a lungo possibile, questo perché evidentemente tutti sappiamo che in questo modo è più facile raggiungere gli obiettivi e vincere titoli. Al tempo stesso tutti siamo consapevoli del mondo che stiamo vivendo, delle circostanze molto particolari, la situazione nel mondo dopo la pandemia, dopo il Covid è cambiata profondamente. Tutti i club stanno cercando di reinventarsi ma quello che noi abbiamo ben chiaro è che vogliamo far crescere i nostri calciatori, farli migliorare, trattenerli il più a lungo possibile ed essere il più possibile competitivi per vincere”.
 
Può confermare che entro giugno la Roma dovrà effettuare un quantitativo importante di plusvalenze per rientrare nei paletti del Fair Play Finanziario? “Ancora una volta e non vorrei ripetermi, il mondo è cambiato, ne abbiamo piena consapevolezza e sia in Italia che in Europa, attraverso la Uefa, sappiamo dell’esistenza di regole finanziarie che vanno rispettate. Però noi siamo qui per lavorare in team, tutti insieme per trovare le migliori soluzioni al momento giusto, con l’obiettivo chiaro di vincere, vincere a medio e lungo termine. Questo vale sia a livello di ambizioni sportive come i titoli ma vale anche a livello di operazioni sul mercato, sia di gennaio che quello estivo. Noi ne siamo tutti consapevoli, in particolare voi del mondo della stampa, della situazione attuale che è profondamente cambiata e nemmeno il calcio sfugge a questi discorsi in quanto facente parte del mondo dell’entertainment e quindi di tutto ciò che non è strettamente essenziale e pertanto con la consapevolezza che tutti dobbiamo saperci reinventare. E’ una cosa con la quale dobbiamo fare i conti”.
 
Che ruolo avrà nelle scelte di calciomercato Ryan Friedkin? “Una volta di più vorrei ribadire che noi qui lavoriamo in squadra e che nessuno di noi si sente una superstar. Non è questo il mio modo di lavorare, non è questo il modo di lavorare dei presidenti. Il lavoro quotidiano mio riguarderà anche il mercato, un lavoro che mi piace molto, ma che farò sempre a stretto contatto con Dan e Ryan ai quali spetta la decisione finale. Sono qui per lavorare, per cercare di far crescere la Roma, per lavorare in sintonia, in sinergia con tutte le persone che lavorano nella Roma e non affinché da qui a qualche tempo qualcuno possa dire ‘questa era un’idea di Tiago Pinto’ oppure ‘questo è stato un acquisto di mercato di Tiago Pinto’ perché, sebbene ci lavori costantemente ogni giorno e sia io ad occuparmi di questi temi, lavoro sempre di squadra e in particolare a stretto contatto con Dan e Ryan”.
 
Che tipo di struttura vuole creare? Nominerà un nuovo direttore sportivo? Formerà un’area scout con uomini di sua fiducia? “Non arriverà nessuno, nessuno verrà contattato per il dipartimento del quale lei ha parlato. Il mio ruolo è quello di GM di tutta l’area sportiva, a stretto contatto con i presidenti ma arrivo qui per lavorare con tutte le persone che già lavorano qui alla Roma. In questo senso la mia prima missione è molto chiara: conoscere questi collaboratori per capire quali sono i processi che hanno implementato e dare il mio contributo. Due concetti ben chiari: lavorare con le persone che sono già qui presenti e che operano e che mi occuperò della gestione dell’area sportiva di concerto con Dan e Ryan”.
 
“Per quanto riguarda il dipartimento di scouting, io ritengo che attualmente sia importantissimo, e fa la differenza avere un dipartimento di scouting molto forte e molto solido. Sono cambiate tante cose in questi anni anche a livello di analisi dei calciatori. E’ davvero fondamentale che ci sia uno scouting forte. Questo non significa che le persone già presenti non lo siano. Quello che è importante è che sia uno scouting della Roma, non uno scouting di Tiago Pinto, di tizio o di Caio. Pertanto sarà importante gettare le basi che ci consentano di avere una banca dati più ampia possibile, con le maggiori informazioni possibili che ci consentano di prendere le migliori decisioni possibili”.
 
Quante operazioni pensa di fare a gennaio? E il numero di queste operazioni inciderà anche su quelle del prossimo mercato estivo? “Ancora una volta: siamo molto attenti sul mercato, stiamo lavorando intensamente tutti i giorni, c’è anche molto lavoro invisibile, che non si vede immediatamente ma che poi permetterà di fare operazioni a medio e lungo termine. In questo momento non sarei in grado di dire quante operazioni faremo, quello che posso garantire è che stiamo già lavorando intensamente in questo senso per poter realizzare le operazioni migliori. Aggiungo una promessa, corro questo rischio: da qui alla fine del mercato sarò disponibile a rispondere alle vostre domande rispetto a tutto quello che abbiamo fatto, non fatto sul mercato”.
 
Cosa pensa del calcio offensivo di Fonseca e quanto è importante nel suo ruolo condividere anche filosoficamente le idee dell’allenatore: “Ho lavorato con diversi allenatori e vado molto orgoglioso del fatto di aver collaborato con persone che avevano una mentalità diversa, una conoscenza diversa nel calcio moderno. Ci sono grandi allenatori che volutamente si espongono a quelle che sono altre mentalità, altre filosofie per poter crescere professionalmente. Paulo Fonseca sarà il quinto allenatore con il quale lavorerò, conosco bene la sua carriera in quanto portoghese già dai tempi del Desportivo Aves e del Pacos Ferreira, ossia di quando eravamo avversari. Mi identifico nelle sue idee di calcio, un calcio offensivo, dinamico, fatto di possesso palla e ribadisco ancora una volta che le sue idee sono quelle che vogliamo per il nostro club”.
 
Al giorno d’oggi nessuna grande società al mondo può prescindere da un solido comparto scouting. Le chiedo vuole strutturare questo importante comparto della società affidando delle zone del mondo ad ogni osservatore? E nella scelta del giocatore qual è per lei il rapporto tra analisi dati ed occhio umano? “Come spesso capita anche in altri ambiti della vita l’equilibrio è sempre importante, è l’elemento essenziale. Ci sono casi nel mondo come club di calcio, come il Midtjylland o il Brentford, che si sono basati moltissimo, quasi esclusivamente, sulle statistiche. Io ritengo che sia necessario avere un equilibrio. E’ evidente che oggi date le circostanze, le difficoltà a viaggiare, a vedere le partite dal vivo, essere vicino ai propri interlocutori, è importante dare il giusto peso e valore anche a questo aspetto. Per quanto mi riguarda ideologicamente e filosoficamente apprezzo entrambi i fattori. Apprezzo l’occhio della persona esperta che ha giocato a calcio e che riesce a cogliere delle sfumature, che chi come noi che non abbiamo giocato a calcio non riesce a fare, ma al tempo stesso apprezzo l’importanza dei dati, delle statistiche che oggigiorno si possono avvalere di strumenti molto raffinati”.
 
Il tema commissioni legati alle operazioni di mercato. Con la società come avete deciso di gestire questa tematica nelle trattative? E’ vero che la volontà di non pagare 1 milione di commissione all’agente di Reynolds ha influito nell’affare? “Non vorrei parlare del passato, ho il massimo rispetto per chi ha occupato questa posizione in passato alla Roma e sulle commissioni non parlerò di nessun caso individualmente. Mi limito a dire che gli agenti fanno parte del mercato e noi, in quanto grande club, li rispettiamo, onoreremo i nostri impegni. Questo è un tema a cui dedicheremo la giusta attenzione”.
 
Il ruolo del direttore sportivo classico nella Roma è un concetto superato? “Noi intendiamo costruire un modello di gestione che ho già spiegato. Sarò io a guidare le operazioni di mercato ma sempre di concerto con le persone già presenti a Roma che lavorano ed evidentemente con Dan e Ryan sempre coinvolti al momento di prendere le decisioni più importanti. Noi vogliamo avviare una gestione diversa che evidentemente io guiderò. Molto spesso ci si sofferma nel discutere sui titoli, le qualifiche, i nomi e non sulla natura del lavoro e sulla sostanza del lavoro. Io sarò il GM, la persona che sovrintenderà su tutta l’area sportiva ma all’interno del modello che ho illustrato”.
 

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