Enrico Stefàno, consigliere comunale di Roma Capitale del Movimento Cinque Stelle, è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 101.500 di Centro Suono Sport.
“Il blocco alla stadio di Tor di Valle è un colpo per la città. Cerco di essere sempre positivo e quindi penso che ora si possa aprire la strada ad un nuovo progetto che possa arrivare velocemente alla prima pietra. Prima di partire però la politica e le istituzioni in generale devono avere le idee chiare. Faccio un discorso generale, non riferito solo allo stadio: quando si parte tutti gli attori devono essere sicuri di quello che vogliono. Non possiamo partire con un progetto che il Comune non vuole e la Regione sì oppure il contrario, ecco. Bisogna fare tesoro degli errori fatti e ripartire alla ricerca di una soluzione che possa farci arrivare alla realizzazione dello stadio in tempi brevi. Il motivo per cui è fallito questo progetto? C’è la lentezza burocratica di questo Paese che va considerata, ma c’è da dire anche che l’area scelta non era felicissima. Al nostro arrivo le ipotesi erano due: fare una croce sopra al progetto e ripartire da un’altra parte, oppure cercare di mettere mano a questo progetto e cercare di migliorarlo in qualche modo.
Con il senno di poi la prima soluzione era la migliore, però lo dico adesso dopo anni, non voglio buttare la croce addosso a nessuno. Mia ricanditatura? Mi sono messo a disposizione, ma non come singolo, ma con una visione più ampia, aperta al confronto. Per Roma serve una squadra, la più ampia possibile, non un singolo nome. Farebbe una lista a sostegno di Gualtieri? Più che il totonomi vorrei partecipare ad un dibattito, il più ampio possibile, su che città vogliamo da qui a 10 anni, gli accordi elettorali mi interessano poco. La zona migliore dove costruire il nuovo stadio? Posso tracciare un identikit, una zona con infrastrutture già fatte e non troppo centrale consentirebbe di procedere spediti. Ostiense? È un’opzione interessante”.