Paulo Fonseca, allenatore dell’AS Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita contro la Fiorentina.
Fiorentina-Roma significa dare risposte nella fase difensiva. Kumbulla e Smalling sono pronti per giocare? “I numeri sono questi, la squadra ha subìto più gol di quelli che volevamo subire. E’ la verità. Dobbiamo capire però una cosa: l’organizzazione della squadra. Vediamo l’ultima partita: quante volte il Milan ha creato occasioni pericolose partendo dall’organizzazione offensiva? La squadra è stata sempre molto equilibrata sotto questo aspetto e non abbiamo permesso al Milan queste situazioni. Siamo noi a creare il problema e questo problema non riguarda l’organizzazione difensiva. Commettiamo errori, perdiamo la palla in alcune zone e allora sì, il Milan ha creato proprio quando noi abbiamo sbagliato perdendo dei palloni. E questo è successo anche nelle altre partite. Non è un problema di organizzazione, è un problema di decisioni, di palloni persi all’inizio della costruzione. Il problema non è solo difensivo ma anche offensivo e stiamo lavorando per migliorare questi momenti. Kumbulla è pronto per giocare e giocherà domani. Smalling sarà convocato ma non può giocare 90 minuti”.
Domani sarà la terza partita in sei giorni. Mayoral riposerà? “No, Borja Mayoral giocherà domani. Abbiamo giocato tante partite, è vero, e noi abbiamo gestito alcuni giocatori per l’Europa League. Con i tanti problemi in difesa è stato difficile gestire i difensori. A Firenze cambieremo due-tre giocatori”.
Chi giocherà in porta? “Pau Lopez”.
Quando si alza il livello degli avversari Borja Mayoral non riesce ad emergere: “Non possiamo dimenticare che il calcio italiano è difficile per gli attaccanti. Borja è giovane, sta imparando e migliorando. I suoi numeri sono buoni, il problema è che se segna va tutto bene, se non segna va tutto male. Io le cose non le vedo così e mi riferisco anche a Dzeko, se segna va tutto bene, se non segna va tutto male ma ripeto che non possiamo vedere le cose così”.
Potrebbe essere la soluzione contro squadre molto tecniche l’utilizzo del 3-5-2? “Noi abbiamo difeso col 3-5-2 nella partita contro il Milan. E’ stato chiaro per tutti. Il problema è che abbiamo perso palloni e abbiamo commesso errori che non possiamo permetterci nella prima fase di costruzione. Questo ha permesso agli avversari di recuperare la palla ed uscire velocemente. Nell’organizzazione difensiva, nel 3-5-2, siamo stati sempre molto equilibrati”.
Continua a pensare che far toccare tutti questi palloni al portiere dia più vantaggi che svantaggi? “Per me è importante che il nostro portiere giochi con la squadra. Se abbiamo la palla e non abbiamo altre soluzioni dobbiamo dare la palla all’altra squadra o giocarla nel tentativo di costruire l’azione? La differenza per me è quando possiamo giocare e quando non possiamo farlo. Se la squadra ha una forte pressione allora non può rischiare ma contro il Milan, quando Pau ha sbagliato il passaggio, non c’era pressione, potevamo iniziare a giocare. Ha sbagliato il passaggio, è vero, loro hanno segnato ma non c’era pressione ed è stato un passaggio sbagliato. Stiamo lavorando tutti i giorni per migliorare questa questione”.
La Roma è tra le squadre che raccoglie meno dalla panchina. Sono arrivati solo due gol da chi subentra: “Sono numeri ma non posso fare questa valutazione così. Non ho numeri concreti, però i calciatori che sono entrati in campo lo hanno fatto quando stavamo vincendo e questo è capitato il 70% delle volte. I calciatori entrati a gara in corso non hanno segnato? Però i gol li avevamo già fatti… Chi è entrato ci ha permesso di creare anche altre occasioni da gol. Magari le altre squadre avevano la necessità di cambiare il risultato e noi no. Dipende dalle circostanze”.
Perché la Roma pretende di giocare sempre il tipo di calcio contro le grandi che adottano strategie diverse? Nell’ultima conferenza ci aveva detto che la squadra ha una sua identità e non avrebbe cambiato in base ai risultati. Le chiedo, in certi casi non può risultare un limite essere troppo riconoscibili? “Non sono d’accordo con queste domande. Tutte le squadre hanno un’identità. Vediamo le squadre che sono più forti in questo momento. Abbiamo sette squadre, noi siamo quinti, che vogliono arrivare tra le prime quattro. Tutte hanno un’identità. Tutti cambiano il modo di giocare? Tutti cambiano le intenzioni? Non mi sembra. Il Milan, l’Atalanta, la Lazio, il Napoli e la Juventus giocano sempre allo stesso modo. Non cambiano l’identità, cambiano la strategia in ogni partita. Posso fare un esempio: noi pressiamo alto e contro il Milan lo abbiamo fatto? No, è una strategia ma l’identità non è cambiata. Le grandi squadre sono quelle che hanno una forte identità. Abbiamo tre partite in sei giorni ed il tempo per lavorare è pochissimo. Anche per quanto riguarda il modulo: può cambiare ma non cambia l’identità. Le grandi squadre non cambiano l’identità in funzione del risultato”.
Come ha visto i ragazzi? “La squadra ha sempre reagito bene dopo le sconfitte. La squadra non è depressa. Poi domani possiamo vincere, perdere o pareggiare ma io ho visto in questi giorni una squadra che ha capito ciò che non ha fatto bene, che ha capito che deve migliorare in alcuni aspetti e che è pronta a lottare per la partita. Non siamo in depressione, magari qualcuno là fuori è depresso ma una squadra di calcio non può avere questo tipo di situazioni”.
Prandelli in panchina. Quanto è cambiata la Fiorentina? “Prandelli e Iachini sono due allenatori diversi. La Fiorentina di oggi è diversa rispetto a quella dell’andata. E’ una squadra molto forte con grandi giocatori. Non sono stati regolari, è vero, ma hanno vinto 3-0 contro la Juventus. Possono fare di tutto, hanno giocatori fortissimi, è una squadra che esce molto bene in contropiede. Sarà una partita difficile ma ho visto in questi giorni una squadra che vuole lottare per i tre punti”.