Urbano Cairo, presidente del Torino, ha parlato ai microfoni del quotidiano Il Corriere della Sera della Superlega. Queste alcune delle sue parole: “Il mio stato d’animo? Di indignazione. Partiamo dal calcio italiano, questa Superlega è un attentato alla sua salute, all’interesse collettivo. Tre società, Juventus, Inter e Milan, hanno pensato esclusivamente alla loro salute economica, ai loro interessi. Non si preoccupano minimamente degli altri club, delle loro esigenze, dei loro problemi. Attenzione, società che pagano regolarmente gli stipendi, che faticano, lavorano, programmano con coscienza l’attività. E non mi pare proprio che in quel gruppo di 12 club, destinati a diventare 15, che promuovono la Superlega si rispettino certe regole virtuose, di sana gestione finanziaria, anzi tutt’altro”.
Perché ha urlato al “tradimento”? Soprattutto nei confronti di Andrea Agnelli, presidente della Juve, leader della Superlega. “Il progetto che prevedeva l’ingresso in Lega di serie A dei fondi in una media company aveva una base di 1,7-1,8 miliardi, soldi utili al bene comune, anche a superare le gravi difficoltà, un finanziamento importante per il rilancio della stessa serie A, che in questi anni ha perso competitività nei confronti di altre leghe europee. Agnelli faceva parte del comitato interno delegato a trattare con i fondi, aveva un ruolo importante, di primus inter pares. Il tutto necessitava di un cambio della governance stessa della Lega. Era in atto un’operazione laboriosa. Il comitato dei 5, che attenzione nasce il 13 ottobre 2020, aveva ricevuto la delega di tutte le altre società. Improvvisamente il cambio di scena, nonostante il voto assembleare che aveva sostenuto l’operazione dei fondi: Agnelli e la proprietà dell’Inter prendono le distanze dai fondi. Adesso di capisce il perché”.