Paulo Fonseca, allenatore dell’AS Roma, ha rilasciato un’intervista all’emittente ESPN.
E’ la partita più importante anche per lei come allenatore? “Si e non vedo l’ora! Per prima cosa è importante per il club ma anche per la città e per i giocatori. Non capita a tutti l’opportunità di affrontare il Manchester United in semifinale di Europa League”.
Dal fatto di lavorare nel pieno di una pandemia, all’arrivo di nuovi proprietari, di un nuovo direttore sportivo, passando per la mancata partenza di Dzeko e il caso della fascia da capitano. Inoltre tutti gli infortuni che ci sono stati. Hai mai affrontato una sfida così? “E’ stata una nuova esperienza per me ed è stato difficile gestire tutte queste situazioni, soprattutto perché sono arrivate in momenti cruciali – vedi l’infortunio di Mkhitaryan. E, certamente, noi stiamo giocando ogni tre giorni. Aggiungo anche che la Serie A è un campionato difficile e competitivo, dove stiamo lottando con altre sette squadre per un posto tra i primi quattro... ed eravamo tra i primi quattro fino agli ultimi infortuni di marzo, quando abbiamo perso posizioni. Quindi l'Europa League è davvero importante per noi”.
Il modo di giocare della Roma e quello del Manchester: “Non mi piace giocare in profondità e aspettare il contropiede. A volte può capitare in alcuni momenti, come contro l'Ajax nel ritorno dei quarti di finale, ma non è il mio stile di gioco. Ma hai ragione, hanno così tanti giocatori d'attacco forti come Cavani, Rashford, Greenwood… Daniel James che è molto veloce. Questi sono giocatori straordinari che possono decidere il risultato di una partita in una situazione, in un secondo. Quindi dobbiamo essere preparati, ma, devo confessare, non possiamo pensare solo a difendere. Dobbiamo avere la palla, dobbiamo avere l'iniziativa, dobbiamo avere il coraggio di uscire e giocare contro il Manchester United. La chiave è non lasciarci attaccare con velocità e difenderci lontano dalla nostra area”.
Il gioco della Roma e gli errori individuali: “Abbiamo avuto dei problemi non perché altre squadre hanno creato situazioni contro di noi, ma perché abbiamo sbagliato, perdendo palloni nella prima fase di gioco. E abbiamo pagato a caro prezzo quegli errori, e questo è stato il nostro problema più grande. Perché sì, questo tipo di gioco che giochiamo può essere rischioso, ma a lungo andare credo che possa avere successo”.
Bruno Fernandes: “E’ incredibile, per quello che ha fatto allo Sporting e per quello che sta facendo allo United. E’ arrivato un po’ tardi ma ha imparato molto allo Sporting dopo il passaggio in Italia. Va sottolineata la sua personalità. Ha tante qualità ma è anche un leader e non sono sorpreso dal suo rendimento nel Man Utd”.
Eppure è esploso un po’ tardi: “Non è facile dare ai giovani l’opportunità all’interno di squadre importanti che hanno grandi aspettative. Ci sono tante pressioni e servono giocatori giovani con il giusto carattere e la giusta personalità. Noi abbiamo Zaniolo, lui è molto coraggioso. Tutto dipende dal carattere, l’età non conta”.
La Serie A: “Ogni partita è una sfida tattica, con gli allenatori che provano ad ottenere un vantaggio. Squadre come Bologna, Atalanta e Verona hanno giocato uomo a uomo per tutto il campo. Ma non accade solo in Italia, lo ha fatto anche il Leeds di Bielsa proprio contro lo Uinited”.
La marcatura a uomo come evoluzione? “Il calcio evolve sempre ma è tutto così ciclico. Io non sono un appassionato della marcatura a uomo”.
La Superleague: “Quando ho letto la notizia mi sono preoccupato. Ora invece sono orgoglioso di far parte del calcio. Abbiamo dato un grande esempio. I tifosi sono la parte più importante. Capisco che i club più grandi vogliono più soldi, ma sono anche quelli che spendono di più. Sono loro che pagano 100 milioni di euro per i giocatori. E questo crea un problema per i club più piccoli. C'è egoismo da parte loro. Quindi ringrazio i tifosi, i giocatori, gli allenatori, tutti coloro che si sono opposti. Se la Super League fosse accaduta, avrebbe potuto uccidere il vero calcio. E penso a quello che è successo in Inghilterra: vedere i tifosi per strada, far sentire la loro voce, ed è stato fantastico. Sono così orgoglioso di loro e devo dire grazie”.