José Mourinho, allenatore dell’AS Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita contro l’Udinese.
La Roma soffre i duelli fisici e uomo a uomo a tutto campo. Come si risolve questo problema? “Il mercato è chiuso, voi volete già mettermi nella situazione di parlarne ma non lo farò. Non posso condividere con voi tutto quello che analizzo io. Non rispondo. Non entro in questa dinamica, così come non sono entrato nella dinamica della euforia quando abbiamo vinto le altre partite. Abbiamo perso una partita, non abbiamo giocato bene e a voi non ho niente da dire. Ovviamente ho parlato con i miei calciatori, abbiamo analizzato la partita nei dettagli e lo abbiamo fatto guardando però al futuro perché quella partita lì ormai è persa”.
Dopo un passo falso così, uno come lei ha bisogno di una controprova, ovvero della prossima partita, oppure ha già capito la questione? “Perché in pochi si aspettavano questa sconfitta? Perché ne abbiamo vinte tre prima? Perché qui è troppo facile entrare nella dinamica dell’euforia e della depressione. Io non entro in questo. Mi avete visto celebrare come un pazzo una vittoria in un momento speciale per me, però mi avete visto euforico solo un minuto in due mesi: io sono sempre stato tranquillo, equilibrato, senza euforia. Adesso non mi vedrete nella dinamica opposta solo perché abbiamo perso una partita. Io sono onesto e forse non dovrei esserlo. Forse avrei dovuto dire che l’arbitro non doveva dare il cartellino giallo a Veretout, che è stato limitato durante la partita, oppure la pioggia, il campo… Abbiamo perso, siamo tristi ma siamo ancora equilibrati. Non è un risultato che mi fa cambiare posizione, io sono equilibrato. Io sono venuto qui per il mio livello di esperienza, di maturità, di equilibrio, per non lasciare andare la gente in euforia per tre partite vinte, non trenta, e non lasciare andare la gente in depressione per una partita persa. Abbiamo tanto da fare. Voi cercate di mettere noi nello stesso gruppo di squadre che ha chiuso lo scorso campionato con 25, 20, 15 punti di più. Lasciateci tranquilli sia nel bene che nel male. Noi non siamo candidati a niente, solo a vincere la prossima partita. Lunedì io e il mio staff abbiamo lavorato analizzando la partita di Verona, il giorno dopo lo abbiamo fatto con i calciatori e abbiamo lavorato con l’obiettivo di vincere la prossima partita. Io sono tranquillo anche se sono meno felice perché abbiamo perso ma abbiamo parlato anche di questo: trasformare la tristezza in motivazione non in depressione”.
Che insidie si aspetta dalla partita di domani? “L’Udinese ha ricevuto uno schiaffo contro il Napoli solo per il risultato non per il gioco, perché hanno affrontato una squadra molto forte, però hanno subìto gol da palla inattiva, il primo gol anche è stato molto strano… L’Udinese è una squadra solida, sa difendersi e allo stesso tempo sa attaccare e sarà difficile affrontarla. Se giocheranno a cinque dietro? Sarà sicuramente diverso dai cinque del Verona. Parliamo di una squadra fisica con calciatori però di qualità”.
L’equilibrio difensivo della Roma si è un po’ smarrito? “I Friedkin mi hanno fatto un contratto di tre anni, non di tre mesi. In tre mesi puoi sviluppare una squadra che è già squadra ma quando una squadra non è una squadra non puoi farlo in tre mesi. Le occasioni contro il Sassuolo sono state figlie della nostra ambizione e per me questo non è un problema. Il problema sono i tre gol subiti in una partita: è troppo. Quando segni due gol in trasferta devi vincere e sì, in quella partita abbiamo avuto dei problemi dal punto di vista difensivo ma abbiamo avuto anche problemi offensivi. Non abbiamo giocato bene e io non ho voluto cercare alibi”.
Come sta Viña? “Domani non ci sarà”.
L’idea di schierare Calafiori è sempre valida? “Calafiori è valido, però ha 19 anni e ha pochissime partite di Serie A. E’ valido per noi. Se fai la stessa domanda alle squadre più forti della Serie A magari potresti ottenere una risposta diversa dai loro allenatori perché hanno altri calciatori di esperienza. Però per noi sì, è valido e secondo me ha fatto una partita timida ma equilibrata. Dai miei terzini mi aspetto sempre qualcosa in più e stiamo andando verso questa direzione. Serve tempo a Calafiori per diventare un calciatore con maggiore maturità”.
Come stanno Cristante e Veretout? Continuerà a gestirli magari con la storia dei cinque cambi? “Ci sono delle squadre che hanno la possibilità di pensare così, per noi è più difficile. In qualche posizione è più facile perché ci sono diversi calciatori con lo stesso livello, in altre è più difficile. Di solito non dico chi gioca e chi non gioca però per darti una risposta domani giocheranno loro”.
Per la sua esperienza, il discorso dell’euforia e della depressione riguarda anche i giocatori? “Io posso controllare solo i giocatori, non posso controllare voi giornalisti, non posso controllare i tifosi. Posso solo cercare di influenzare chi mi è vicino e parlo dei giocatori. In tutte le vittorie ho visto uno spogliatoio equilibrato e anche dopo la sconfitta ho visto uno spogliatoio triste, come piace a me, ma equilibrato. Siamo tornati, lavoriamo e dobbiamo giocare con l’obiettivo di trasformare la tristezza in motivazione ma sempre con questo livello di stabilità che è molto importante. Ho sempre detto che una stagione non è un’autostrada ma è una strada con le curve dove devi guidare sempre con concentrazione. Tranquilli, piano piano”.