Pierpaolo Marino, dirigente dell’Udinese, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Corriere dello Sport. Queste alcune delle sue dichiarazioni.
Marino, cosa le è rimasto di quella avventura alla Roma? “Sono passati 34 anni, ma ancora ho ricordi bellissimi, arrivai dopo lo scudetto di Napoli e fui accolto da tutti in maniera indimenticabile. Ricordo la presentazione della squadra, i tifosi cantavano: ‘lo vedi, ecco Marino’. Da brividi”.
C’era un grande presidente, Dino Viola. “Ho avuto un rapporto straordinario con lui. Praticamente passavo tutta la giornata insieme a lui, lo andavo a prendere a casa e stavamo insieme fino alla sera. Ho avuto una trasfusione di saggezza e di filosofia di vita, ero giovane, un’esperienza incredibile. Avevo già lavorato ad Avellino e Napoli, ma aver avuto un presidente come lui, che è stato un maestro, mi ha aiutato per tutta la carriera”.
Anche la Roma viene da una sconfitta. Ma Mourinho ha riportato entusiasmo. “Una scelta azzeccatissima. Conoscendo l’ambiente di Roma per averci lavorato so che ha bisogno di capi carismatici che siano capaci di comunicare concetti chiari, altrimenti la Roma comincia a dividersi. E’ un grande tecnico, i risultati parlano per lui”.
Friedkin ha voltato pagina. “Si sta muovendo bene, fa cose logiche, investimenti giusti, c’è più managerialità rispetto alla passata stagione. Poi alla Roma c’è De Sanctis, che sta facendo bene. L’ho avuto con me in tre squadre: a Pescara quando aveva 18 anni, poi a Udine e a Napoli”.
Quali obiettivi può avere la Roma? “Non ha limiti. Vedo un campionato con più squadre a lottare per lo scudetto. La Roma può essere una outsider ed è una autorevole candidata a un posto per la Champions”.