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(25/09/2021) A.S. Roma

Mourinho in conferenza stampa: Voglio vedere l’atteggiamento di sempre, noi giochiamo per vincere. Viña si o no? Penso di si…

La conferenza stampa di José Mourinho, allenatore dell’AS Roma, alla vigilia della partita contro la lazio.

Lei ha vissuto 119 derby in quattro nazioni diverse. Come se lo immagina questo? Quale atteggiamento vorrà dalla sua squadra? “I numeri io non li conosco… Anche delle mille panchine ne sono venuto a conoscenza quando la stampa ha iniziato a parlarne. I derby sono tutte partite belle da giocare, che non preoccupano un allenatore. Non lo preoccupano perché non bisogna motivare, non serve essere attenti con la concentrazione dei calciatori. Sono partite belle da giocare e da preparare perché non esistono questi problemi. Magari contro l’Udinese c’era maggiore preoccupazione, perché qualcuno poteva iniziare già a pensare al derby. In questo caso no, sono tutti concentrati sulla partita. Dalla squadra mi aspetto quello che mi aspetto dal primo giorno: giochiamo per vincere, sappiamo che non possiamo vincere sempre, sappiamo che dall’altro lato c’è sempre una squadra che ha le nostre stesse ambizioni. Noi vogliamo vincere e quando non vinciamo voglio comunque uscire dal campo con la sensazione che i ragazzi abbiano dato tutto”.
 
La Roma attuale è la meno talentuosa che lei abbia allenato nella sua storia? E’ la sfida più importante della sua carriera questa? “Una sfida diversa e una sfida senza dubbi. Quando abbiamo parlato per la prima volta con il direttore e la proprietà non abbiamo avuto dubbi: sappiamo dove siamo e dove vogliamo andare. Non ci sono dubbi. Ho già avuto delle squadre con alcuni dubbi, qui non esistono dubbi e quando non esistono dubbi non è la squadra più difficile ma è la sfida più difficile”.
 
Le parole di Zeman e Garcia sul derby. Il derby è solo una partita da tre punti? Ha uno slogan? “No, non ho slogan. Rispetto Zeman e Garcia ma non commento le loro parole e non mi identifico in nessuno. L’importante è parlare poco e giocare tanto. Le parole vanno via con il vento… Perché parlare? L’ora della verità non è qui in conferenza ma sarà in campo”.
 
C’è un giocatore della sua squadra che ha le caratteristiche messe in campo da Pellegrini? “Di Pellegrini ce ne è solo uno. Non volevo parlare di questo però hai fatto il suo nome e per me non è facile parlare di Pellegrini in queste circostanze. Potevo dire che la partita di domani si è iniziata a giocare al 90° della partita contro l’Udinese, perché avere Pellegrini è una cosa e non averlo è un’altra cosa. Possiamo analizzare la sua importanza in campo dal punto di vista tecnico-tattico, però possiamo anche spostarci sul lato della leadership, sul fatto di trascinare, sulla comunicazione e sul fatto di fare molto bene il capitano. Non dico chi giocherà al suo posto”.
 
Quale pensa possa essere l’apporto dei tifosi romanisti rispetto alle altre piazze dove ha vissuto il derby? Che atmosfera si aspetta? “Mi ha colpito il modo in cui la gente è stata con la squadra prima dell’Udinese e dopo la sconfitta. Questo mi dice che c’è l’empatia, perché l’empatia dopo le vittorie a volte è artificiale, a volte va via dopo un risultato negativo. I tifosi meritano tutto da noi e anche i ragazzi meritano tutto dai tifosi. E al momento questo esiste. I tifosi domani vedranno che la squadra giocherà anche per la loro passione”.
 
La famosa partita Lazio-Inter del 2010. Le era mai capitato di vedere dei tifosi chiedere alla loro squadra di perdere? “Sono qui da pochi mesi, devo vivere di più, devo capire di più delle cose. Una cosa è sentire, un’altra è capire tutto da dentro. La rivalità è una cosa bella, al 100%. Per questo dico che mi piace giocare il derby ed è un privilegio giocarne uno al quale non ho mai partecipato. Al di là di questo, voglio che la mia squadra abbia maggiore ambizione, è importante vincere il derby ma non è l’unico obiettivo della stagione. Come ricordo la partita del 2010? Che abbiamo vinto 2-0 e che i tifosi laziali non erano in appoggio alla squadra, si sentiva. L’Inter vinse all’Olimpico come vinse molte altre partite”.
 
E’ cambiato il suo modo di comunicare? I suoi avversari hanno meno paura di lei perché non guida la squadra più forte? “Sono passati due mesi, dammi un motivo per litigare con qualcuno… L’unica cosa che mi ha dato un feeling negativo è stata l’espulsione di Pellegrini. Ma che dovevo fare? Dovevo protestare così da prendere un’espulsione e saltare il derby? Ho controllato le emozioni. Io rispetto tutti e tutti mi rispettano”.
 
Nel Tottenham, nelle prime sette partite, lei ha utilizzato solo 13 giocatori. Alla Roma sta usando la stessa metodologia. Qual è la motivazione? Cosa devono fare le seconde linee per guadagnarsi un posto? “Sono opzioni, la mia è un’opzione ovvia. Sono arrivato, giochiamo in modo diverso da prima, cerchiamo stabilità e fiducia, tanti calciatori che non stanno giocando sono giovani, hanno bisogno di tempo, non sono calciatori preparatissimi per entrare subito nella squadra. Mi sembra un processo assolutamente normale”.
 
Per la partita di domani servirà più il coraggio di attaccare o attenzione alla difesa? “Con la palla vogliamo aggredire, giocare e segnare. Senza palla si deve rispettare una squadra di qualità, con calciatori di qualità e con un modo offensivo di giocare. Bisogna difendere, è molto difficile vincere una partita se sei bravo solo in una fase di gioco e ti dimentichi di lavorare forte nell’altra fase. Servirà una partita completa”.
 
Affrontate una squadra che difende pressando alto in maniera molto collettiva, però è capitato in altre partite, come contro l’Empoli e il Milan, che questa pressione venisse saltata e si aprisse molto campo per andare a fare gol. Quanto sarà importante domani saper giocare sotto pressione e se sta pensando a qualcosa per dare solidità alla sua uscita palla: “E’ una buona domanda, però non mi piace rispondere a  questo perché altrimenti andrei a toccare punti chiave. Tu hai analizzato la qualità, il modo di giocare, la filosofia di gioco del nostro avversario. Lo hai analizzato in modo veloce però bravo. Non parlo però di quello che vogliamo fare, mi fermo alla base: con palla vogliamo segnare, senza palla vogliamo difendere bene”.
 
“E’ un momento difficile per la famiglia di Zalewski. Tutti siamo con lui. Vediamo domani, sarà lui a decidere se esserci o meno. Io lo voglio per domani, non posso nasconderlo, poi vediamo cosa decide lui. Poi avete dimenticato la domanda chiave: Viña si o Viña no, io penso di sì”.
 

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