Mancini: Viviamo un'emozione unica, la mentalità è cambiata

Avete vinto la partita col cuore: “Abbiamo vinto ed era importante questo. Rispetto all’andata abbiamo sofferto meno, siamo stati più compatti. Ci siamo abbassati ma non ci sono stati grossi pericoli: finale meritata”.

 

Cosa avete provato? “Abbiamo ringraziato la gente che era allo stadio. Non ho mai vissuto così l’Olimpico, ti mette i brividi, ti dà una carica in più e l’emozione è forte. Il nostro cammino è stato lungo, ci ha tolto energie per il campionato e quando raggiungi una finale l’emozione è unica. Nessuno ha pianto, perché non abbiamo vinto, ma siamo contenti di questo primo passo”.

 

Cosa è cambiato nella vostra testa? “Quando sono arrivato c’era un altro allenatore, poi ogni stagione è differente. Quest’anno abbiamo un tecnico che sa vincere, sa farti crescere sotto ogni aspetto. C’è un processo di crescita, non è che si può vincere subito. Siamo partiti bene nei primi tre mesi, poi abbiamo avuto delle difficoltà, come tante altre squadre. Oggi posso dire che la mentalità è cambiata perché i risultati sono arrivati: abbiamo fatto tante partite senza perdere e questo aiuta a crescere”.

 

Che padre è Mourinho per voi? “E’ la vittoria di tutti: noi andiamo in campo, Mourinho ci dice cosa fare e prepariamo le partite, è la vittoria dello staff medico, dello staff del mister e di tutti. Siamo veramente una famiglia. Il mister è il capobranco, tira fuori il meglio di noi, ci tiene svegli e attenti sulle partite, ci dice le cose in faccia ed è una cosa positiva”.

 

Il lavoro sui calci piazzati: “Ci lavoriamo come sempre. Sapevamo che il Leicester è la squadra di Premier che ha preso più gol su calcio piazzato e siamo andati con più cattiveria. E’ una nostra caratteristica, abbiamo giocatori che calciano bene e 5-6 saltatori abili nel gioco aereo. E’ importante segnare su palla inattiva”.