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Il Messaggero

(21/09/2017)

Una macchina da gol contro i profeti dello scetticismo

Pur essendo un pippone; anzi, un gran pippone, a Benevento ne ha fatti altri due. Due gol, è chiaro. Che uniti ai tre già in archivio, lo portano a quota 5 nella classifica dei cannonieri stagionali. Robetta, giusto? Perché il Benevento non è un test attendibile, etc etc… Solo che c’è un piccolo particolare: con la doppietta del “Vigorito”, Edin Dzeko è salito a quota 21 reti nelle ultime 21 partite di campionato. E, se non andiamo errati, in serie A – con tutto il rispetto – non c’è soltanto il Benevento. Ma tanto è inutile fare ogni volta questi discorsi: pur avendo segnato nella passata stagione 39 reti; pur avendo vinto il titolo di capocannoniere del campionato, il bosniaco continua ad essere il più sottovalutato attaccante della Storia della Roma. Vecchia faccenda, ma sempre di attualità, perché Edin segna da mesi quasi in tutte le partite. Eppure, non c’è niente da fare. Sì, va bene segna, ma quanti se ne mangia… Come se ci fossero al mondo attaccanti che segnano 4, 5 gol a partita tutte le partite. Sarà che non è un amante dei tatuaggi, sarà che non fa a botte con gli avversari, sarà perché non picchia il suo diretto avversario, sarà perché sorride sempre e non si arrabbia (quasi…) mai con nessuno, ma non spacca. Nella passata stagione, e non solo, Luciano Spalletti gli rimproverava in maniera sistematica di non essere sufficientemente cattivo: eppure, Edin andava in gol con il ripetitore. Segno che se uno è fatto in un certo modo, non può (più) cambiare con moglie e due figli a carico. E, del resto, non sta scritto da nessuna parte che per essere un grande cannoniere occorre essere brutto, sporco e cattivo. Giusto?
 
E SONO 42
Sette reti e quattro assist nelle ultime sette trasferte della Roma ancora non gli bastano per campare senza la compagna di critiche, critichette e chiacchiericcio di vario genere. Nella Storia della Roma ci sono punte che hanno segnato molto meno di lui (è arrivato a quota 42 reti in 72 partite di A, scusate se è poco…) e che godono in via eterna di uno smisurato affetto. Il loro nome viene considerato intoccabile e al di sopra di ogni tentazione critica. Tutto questo, invece, non appartiene a Dzeko. Che, probabilmente, campa e mangia sereno anche senza avvertire il calore dell’ambiente che lo circonda, ma una cosetta in più non sarebbe male. Qui si sono regalati applausi e ovazioni a tutti, perché con Dzeko si è così tirati? E vedrete che, ricordando la partita di Benevento, tra qualche tempo si parlerà più dei due pali colpiti che dei due gol segnati.Va avanti così da sempre…

M. Ferretti
 


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