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Corriere dello Sport

(19/11/2017)

Derby Roma, è sorpasso!

Quattro minuti da derby vero, di quelli che infiammano una partita come questa. Quattro minuti di sintesi romanista e di mollezza laziale. Dal 4′ all’8′ del secondo tempo: un attacco di Kolarov, un intervento sbagliato di Bastos, il rigore, il gol di Perotti, il tonfo della Lazio, un altro errore di Bastos in avvio d’azione, un altro guizzo di Perotti e la sventola finale di Nainggolan. Quattro minuti di sola Roma, tutta Roma, imponente, forte, sicura, ricca di sé. Ha meritato la vittoria per qualità, carattere, condizione fisica e atletica. L’ha rimessa in gioco solo per un intervento sbagliato di Manolas (tocco di braccio, rigore, 2-1 di Immobile), ma solo sul piano teorico, perché la Lazio non è mai stata sul punto di riprenderla, così come non era mai stata vicina a segnare nel primo tempo.
 
UNA VITTORIA DI SINISTRA. A conferma dei suoi consueti movimenti d’attacco, la Roma ha vinto sfruttando il lato sinistro, dove Kolarov e Perotti hanno messo in crisi Marusic e schiantato Bastos. Non a caso le azioni decisive sono nate su quella fascia, prima con l’incursione in area di Kolarov, poi col recupero della palla e l’assist di Perotti. Quella è stata la differenza come tecnica e personalità, ma il resto del derby è stato di marca romanista per una ragione fisica e soprattutto atletica, oltre che per la curata strategia di Di Francesco.
 
RITMO LENTO. La classifica aveva tolto il primo tempo dalla categoria dei derby e l’aveva catalogato sotto la casella delle gare troppo importanti per giocarle col fuoco dentro. Roma e Lazio si erano tenute d’occhio per 45 minuti, puntando ad eliminare le rispettive virtù. La Roma, dopo aver preso un paio di contropiedi nei primi minuti, ha coperto sempre le sue spalle, togliendo alla Lazio la possibilità di verticalizzare, idea che sta alla base del calcio di Inzaghi; la Lazio, a sua volta, ha aumentato la sua presenza sugli esterni per evitare che Perotti (più di El Shaarawy) creasse l’occasione buona per Dzeko. Il quale si è battuto tanto e bene, ma ha avuto la palla giusta solo da calcio d’angolo di Florenzi e la sua mezza girata è stata respinta da Strakosha.
 
ROMA AGGRESSIVA. Come detto, con Dzeko, Nainggolan, Kolarov e Perotti, la squadra di Di Francesco è stata più presente, più aggressiva e questo suo vigore, questa sua energia hanno prevalso nella ripresa, quando il ritmo è cambiato e il derby è diventato finalmente derby. Dall’altra parte solo Lulic, l’uomo che da quel famoso gol nella finale di Coppa Italia gioca ogni partita come un derby (figuriamoci questa), si è mantenuto sullo stesso livello combattivo. Gli altri laziali erano tutti più passivi, forse più provati dalle ultime due settimane trascorse nelle nazionali: lento Milinkovic, mai incisivo Luis Alberto, con poco sprint Parolo, in gestione di se stesso Immobile (che ha sentito il peso dell’eliminazione dal Mondiale, eccome se l’ha sentito), e anche chi, come Marusic, era rimasto tutto il tempo a Formello, si è adeguato alla pochezza espressa ieri dalla sua squadra.
 
I RICAMBI. I due gol incassati in apertura di ripresa hanno costretto Inzaghi a cambiare giocatori e assetto dopo meno di un quarto d’ora. Ha tolto Leiva e Lulic (entrambi ammoniti) per far entrare Nani e Lukaku, sul conto del quale dovremmo chiederci come mai sia rimasto un’ora in panchina: fra lui e il resto della Lazio ieri c’erano due marce di differenza, tantoché Di Francesco ha fatto entrare Bruno Peres e tolto Florenzi, dirimpettaio dell’esterno belga, che lo stava perdendo di continuo. Inzaghi è passato al 3-4-1-2 e ha cercato di far avanzare la squadra. Aveva più di mezz’ora a disposizione per rimettersi in corsa, ma questo è successo solo per un tocco di braccio di Manolas su un cross innocuo di Nani. Il 2-1 al 27′, vale a dire a più di 20′ dalla fine recupero compreso, avrebbe dovuto scatenare la Lazio e invece la Roma non ha più sofferto in difesa, non è mai andata in affanno. Di Francesco l’ha rinforzata con Juan Jesus (schierandola a 5) al 40′, ma il previsto attacco finale della Lazio non si è trasformato in assedio. Così la Roma ha vinto il suo primo derby senza Totti.

A. Polveros
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