Nella giornata delle occasioni perse c’è anche la Roma. Dopo il pari di Torino e prima di quello di Napoli, è stato 0-0 anche per i giallorossi a Verona. Potevano avvicinare Juve, Inter e Napoli e invece si sono fermati per la seconda volta consecutiva in trasferta, e pure per la seconda volta in questo campionato non hanno segnato. Va detto che la Roma ci ha provato in tanti modi, finendo la partita col 4-2-4, con due centravanti (Schick e Dzeko) e due ali d’attacco (Ünder e Perotti) e se non è riuscita a piegare il Chievo è successo in buona parte per gli inter- venti straordinari di Stefano Sorrentino, il più anziano in campo, ma anche il più pronto, il più reattivo, il più bravo. C’è stata però anche un’altra parte sbagliata, che non riguarda il Chievo ma l’atteggiamento della Roma nel primo tempo. Troppo morbido, troppo lenta la manovra, poco aggressivo il suo attacco. E quando nella ripresa ha alzato il ritmo, dovendo affrettare i tempi è stata costretta a lasciare un po’ di spazi che il Chievo poteva pure sfruttare meglio.
SCHICK TITOLARE. I cambi di Di Francesco, rispetto alla partita col Qarabag, hanno toccato tutti i reparti, ma la vera novità era Schick al debutto da titolare, come centravanti, con Dzeko in panchina. Cinque sostituzioni dopo la Champions per rinfrancare la squadra, ma con l’ex doriano cambiava tutta la scena dell’attacco. Dzeko si fa dare la palla, fa la sponda e muove la squadra, Schick restava fermo ad aspettarla. Si è mosso molto di più quando, col bosniaco in campo, si è spostato sulla destra.
SENZA VELOCITA’. Per superare la difesa di una delle squadre dal gioco più consolidato del campionato, alla Roma occorreva un altro passo, un’altra velocità. Nel primo tempo solo Kolarov giocava con le idee chiare, terzino, ala, rifinitore, ma davanti non c’era intesa e c’era poco attacco. Il Chievo controllava con disinvoltura la zona centrale, grazie alla scarsa presenza di Gonalons (c’era Birsa al controllo) e alla poca ispirazione di Nainggolan. Ma anche senza entusiasmare, la Roma avrebbe potuto segnare nella stessa azione con un colpo di tacco di Schick e con lo sciagurato tap- in di Gerson. Fenomenale Sorrentino in tutt’e due i casi, ma quello di Gerson era un gol sbagliato. Anche il Chievo ha avuto la sua buona occasione per segnare: traversa di Inglese dopo svirgolata di Bruno Peres.
I CAMBI. Di Francesco ha cominciato a cambiare al 19′ con Dzeko al posto di Gerson. La squadra ha fatto un balzo avanti, i cross (saranno 30 alla fine) che stavano piovendo dall’inizio ora avevano un senso, anche se il bosniaco ha mancato un paio di volte la zampata. Il Chievo non pensava solo a difendersi, ripartiva appena conquistata la palla, ma la Roma stava tornando se stessa soprattutto con l’inserimento di Perotti poco prima della mezz’ora. Il capolavoro di Sorrentino è arrivato sul tiro di Schick deviato da Dainelli: mentre era in volo verso il palo lontano Sorrentino si è quasi fermato in aria, in sospensione, e ha respinto di piede la palla che, cambiando direzione, lava sul palo opposto. Ventisei tiri, di cui 14 in area di rigore, trenta cross, 69 per cento di possesso palla, 13 calci d’angolo (da sfruttare meglio…), Chievo dodici volte in fuorigioco, queste cifre indicano la netta supremazia della Roma, che avrebbe meritato di vincere. La difesa (ancora la migliore del campionato con quella dell’Inter) continua a reggere, ma dopo 12 vittorie consecutive in trasferta, ieri è arrivato il secondo pareggio di la.
A. Polverosi