«Scudetto? Non è un'utopia»

Si sta abituando a dividere mediaticamente i giocatori che gli piacciono quelli che gli interessano. Per ora Federico Chiesa appartiene alla prima categoria: «Mi piace, sì». Monchi ha un tentennamento, perché vorrebbe negare l'evidenza, ma non ne ha la forza essendo un uomo schietto: «Come Cristante, che siede al mio fianco, come Lorenzo Pellegrini, che resterà a lungo nella Roma, Chiesa rappresenta il futuro della Nazionale italiana». Gli scappa un sorriso: «Ma ora non è il caso di parlare di giocatori che non sono alla Roma. Chiesa è della Fiorentina, in questo momento non è nella mia testa».

 

STRATEGIE. Anche perché prima bisogna vendere, tagliare: «Vediamo. Abbiamo tanti calciatori nell'organico, specialmente a centrocampo dove non possiamo aggiungere giocatori. Magari qualcuno andrà via ma c'è tempo. Sarà anche Di Francesco nel corso dell'estate a esprimere un parere. Le sue idee sono importanti per la Roma». Una Roma diversa rispetto al passato: «Non posso dire che sia più forte o meno forte dell'anno scorso. Ma siamo contenti di quello che abbiamo fatto sul mercato. Qualcosa secondo me era da cambiare dopo una stagione in cui abbiamo perso 7 partite all'Olimpico. E' un dato che non mi piaceva». Così si spiega l'inserimento di tanti centrocampisti offensivi: Pastore e Coric dopo Cristante. «La rosa è di qualità - continua Monchi - non so se il centrocampo sia il più forte d'Italia però sicuramente è di livello. La nostra riflessione serviva a comprendere cosa ci fosse mancato. E attraverso un'analisi abbiamo comprato calciatori bravi come Bryan, che ci darà forza, inserimento e qualche gol». (...)

R. Maida