Dzeko, due gol da Top Ten. Più di Ronaldo e Messi

«Oggi ho 32 anni e non so cosa mi riserverà il destino. Ma so che voglio portare la Bosnia a giocare di nuovo un grande torneo internazionale, come facemmo nel 2014 al Mondiale». Lo ha detto proprio qualche giorno fa Edin Dzeko in una lunga e spassionata intervista al portale internazionale "The Player's Tribune", ribadendo il suo chiodo fisso. L'esplosione con il Wolfsburg, i trofei con il City, la splendida maturità offerta alla Roma sono i tratti salienti di una carriera eccezionale, ma sullo sfondo, più forte di tutto, c'è il legame con le sue radici, con il suo paese che da ragazzino ha visto annegare nel vortice della guerra, e poi rinascere. 

 

Da lì è partito, lì ritorna ogni volta che la Nazionale chiama. E alla piccola Bosnia lui, ormai gigante del calcio internazionale, dà sempre l'anima. Lunedì scorso, nella sua Sarajevo, ha abbattuto l'Irlanda del Nord con una doppietta che spalanca un obiettivo straordinario: la promozione in Serie A nella Uefa Nations League. Alla Bosnia basterà non perdere il prossimo 15 novembre in Austria per festeggiare in anticipo il primo posto, rendendo inutile il successivo impegno degli austriaci in Irlanda del Nord. (...)