L’ora di Borja

Il futuro, a volte, comincia dai particolari. Durante il mercato ad esempio, quando la Roma dragava il mercato per andare a caccia di un attaccante, si è imbattuta a volte nello spirito un po’ alla camomilla di gente come Milik (che sognava legittimamente la Juve) o Jovic (che desiderava legittimamente restare al Real Madrid). Borja Mayoral, invece, alla dirigenza giallorossa è piaciuto subito. Certo, ad appena 23 anni e con un avvenire ancora tutto da costruire, l’attaccante spagnolo non poteva mostrare le aspettative del polacco o del serbo, però la sua voglia di misurarsi in una nuova avventura, a Trigoria l’hanno capita subito. D’altronde, non sono molti i giocatori che possono permettersi di dire al Real: io rinnovo solo se mi lasciate andare altrove. Ottenuto il suo obiettivo, poi, Mayoral ha alzato il tiro. Perché accontentarsi di essere solo il vice del 34enne Dzeko? Così lo spagnolo ha alzato il tiro: una stagione di apprendistato può andare bene, ma il futuro potrebbe essere suo. Del resto, anche la formula con cui la Roma lo ha strappato a Zidane, che avrebbe voluto tenerlo, è di quelle che fanno pensare: subito 2 milioni al club spagnolo, col diritto di riscatto fissato a 15 milioni se esercitato nel 2021 o a 20 milioni se invece deciso nel 2022. Quanto basta per ritenere che la Roma abbia intenzione di puntare su di lui. Ed è per questo che stasera, nella gara d’esordio di Europa League a Berna contro lo Young Boys, subito Fonseca gli dà fiducia, varando una squadra a forte tinte spagnole. (…)