Roma fuori con onore

Chissà cosa avrà pensato e annotato, davanti alla tv nel soggiorno di casa, a Londra, l’assente più evocato della Roma che sarà, Josè Mourinho. Che idea si sarà fatto di una squadra che esce fieramente dall’Euroleague dopo aver sognato – almeno fino al secondo tempo dell’Old Trafford – la finale di Danzica. Che impressione avrà avuto del carattere, del livello (tecnico e tattico), dei giovani catapultati in una partita così e dei trascinatori più anziani che il piede non l’hanno tirato indietro, soprattutto dell’impressionante sequenza di infortuni che ha tranciato di netto la squadra (in lista adesso Smalling e Bruno Peres). Per ora, solo tracce di Mou: due cuoricini su Twitter. Naturalmente giallorossi. Poi chissà. Il presente dice Manchester, che con l’8-5 complessivo contenderà la coppa al Villarreal di Unai Emery, lo specialista. E dice anche che Paulo Fonseca – a prescindere da quanto accadrà nelle restanti quattro giornate di campionato – saluta Roma e la Roma con una vittoria di prestigio e l’eleganza che lo ha sempre contraddistinto, e che rende i suoi meriti non meno rilevanti degli errori commessi in questa faticosa gestione biennale. Ancora ieri sera gli episodi hanno condannato i giallorossi più dei loro torti e di quei quarantacinque minuti (con 5 gol subiti) di assurda follia e inspiegabile terrore. United superiore per caratura complessiva ma non imbattibile: il rammarico si annida qui, nelle pieghe di dettagli che toccherà a Mourinho leggere, interpretare, migliorare. (…)