Fonseca: Brava Inter ma io non ho rimpianti

Perché diventi la partita di José Mourinho occorre attendere qualche mese, ma la suggestione di Inter-Roma è una terrazza con vista sul futuro: cosa cambierà nel calcio con il ritorno di un allenatore di questo livello? Intanto Paulo Fonseca, che in comune con il collega ha la nazionalità portoghese e poco altro, ha la missione di lascargli la squadra in Europa, obiettivo al quale la società tiene più di quanto si creda: la bistrattata Conference League, al di là degli introiti garantiti da 8 milioni per la partecipazione, può servire come palestra per i giovani e offrire opportunità di competere a un club che non vince da 13 anni. Affrontare a San Siro l’Inter campione d’Italia può essere un vantaggio, nella corsa per il settimo posto con il Sassuolo che insegue a -2, ma Fonseca non si aspetta regali: «Loro meritano i complimenti per aver vinto lo scudetto con largo anticipo. Ma adesso giocano senza pressioni e con la qualità dei giocatori ci possono mettere in difficoltà. Noi proveremo a fare la nostra partita come sempre, per vincere».

 

Del resto l’effetto Special è stato avvertito dalla squadra. Dall’annuncio della scorsa settimana, la Roma ha vinto due partite su due con la difesa a quattro cara a Mourinho. Fonseca sostiene che la virata tattica sia stata determinata dall’emergenza, che lo ha obbligato a rinunciare a 12  giocatori contemporaneamente: «Fino a marzo non avrebbe avuto senso cambiare, perché la difesa stava funzionando». (…)