José Mourinho ha rilasciato un'intervista al canale YouTube di Fabrizio Romano.
Sei pronto per una nuova avventura? “Sono pronto per iniziare, mi sento bene, mi sento forte, amo lavorare e sono veramente pronto. Detto questo non voglio fare la scelta sbagliata, non posso accettare un club solo per sensazioni e per la passione, devo essere paziente. A marzo accade qualcosa, ad aprile è difficile e il mio obiettivo è iniziare la prossima estate”.
Le due finali europee giocate negli ultimi due anni: “È come se non fosse mai accaduto perché le persone quando parlano di me, normalmente sono più concentrate su quello che è successo nel passato più lontano e questo è vero. Negli ultimi anni ho giocato tre finali, una con il Manchester United e due con la Roma e sono l’unico con due finali europee, se ci concentriamo sul recente passato. Guardo questo con un po’ di divertimento ma allo stesso tempo con tanto orgoglio, specialmente perché è stato fatto con una squadra che non ha una storia in Europa e questo mi fa realizzare di aver fatto un qualcosa di speciale. In questa stagione non giocherò una finale ma il prossimo anno potrei diventare l’unico allenatore ad aver giocato tre finali negli ultimi quattro anni”.
L’amore dei tifosi: “La cosa più bella del calcio sono i tifosi perché non fanno soldi con il calcio ma spendono soldi per il calcio e fanno sacrifici per la squadra che tifano. Loro amano o non amano calciatori e allenatori per una ragione. Nel mio caso ho sempre avuto qualcosa da celebrare, un qualcosa che ha lasciato un buon ricordo di me nei tifosi. Parlando della mia personalità, alla fine sono più di un allenatore. In alcune strutture devi fare anche il direttore tecnico o il responsabile della comunicazione, devi difendere il club, i giocatori… e questo è quello che la gente realizza. Al tempo stesso però è una cosa che ad un allenatore non piace perché io voglio essere un allenatore. Lo scenario ideale è quando un club ha la struttura ideale per permettere ad un allenatore di fare l’allenatore. Io sono stato allenatore dell’Inter, del Real Madrid, del Chelsea, del Porto mentre in altri club non sono stato solo l’allenatore e questo è difficile. Alla base di tutto, quando arrivo in un club indosso la maglia e combatto per società e tifosi”.