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Dal 22 Gennaio Te la do io Tokyo sui 92.700 di Tele Radio Stereo
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(10/04/2024) On Air

Leandro Cufré a Te la do io Tokyo: De Rossi è un amico, sono felice per lui e per i romanisti. Con il Milan deve giocare come nel derby

Leandro Cufré intervenuto in diretta a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda tutti i giorni dalle 10 alle 14 sui 92.7 di Tele Radio Stereo.

E' stato a Trigoria e ha fatto visita a Daniele De Rossi. Come lo ha trovato: "Guarda mi ha fatto molto piacere rivederlo perché Daniele è stato un amico, è un amico che che perdurerà nel tempo perché è una di quelle amicizie che perdurano e quello mi fa molto felice perché è il suo momento adesso, è molto particolare, perché sta lavorando in una squadra a cui lui tiene tantissimo, il suo mondo è Roma, quindi sono troppo troppo felice per lui e per i tifosi romanisti. Perché avere un allenatore con quella qualità e poi con il cuore romanista è il massimo no?".
 
Hai trovato Trigoria un po' diversa: "Eh sì, l'hanno fatta tutta nuova, quindi mi ha fatto molto piacere vederla, ha cambiato lo stile, però rimane sempre Trigoria, il senso del cuore è sempre lo stesso, la gente. Il posto lo fa la gente".
 
Alla Roma ha giocato 4 stagioni, ma i tifosi sono rimasti molto affezionati a lui: "Sì prima ho fatto le stagioni 2001-2002 e 2002-2003, dopo nella 2003-2004 sono stato al Siena e dopo sono ritornato che c'era Prandelli e da lì ho fatto altri due anni e poi il Mondiale in Germania. Io ho dato sempre l'anima, quindi non ho trattenuto niente, è stato sempre così e penso che i tifosi romanisti quando tu dai il massimo lo sanno apprezzare questo, e poi a volte le cose vanno bene male, però quando tu dai il massimo fino all'ultima goccia di sudore quello che viene riconosciuto assolutamente". 
 
A volte le dava anche agli avversari, come con il Galatasaray: "Non mi ricordo... (ride,ndr). Veramente non non mi ricordo bene come è cominciata, poi c'è stata una partita difficile e anche l'arbitraggio lì è stato un po' diciamo confuso e quindi quella partita
Hanno espulso Batistuta, poi c'è stato il momento in cui siamo andati nel sottopassaggio e lì è cominciato tutto, poi casualmente si sono spente le luci (ride, ndr)". 
 
L'episodio dello schiaffo a Del Piero: "Ci sono delle situazioni in campo che poi uno riguarda a mente fredda. Neanche lui è stato un santo in campo in quella partita, io ho reagito. Infatti quando sono andato lì lui non si è mosso, ha capito perché lo avevo fatto. Non si deve reagire, ma comunque ho reagito a una sua provocazione, che magari non si è visto. Infatti la Juve aveva fatto ricorso con la prova televisiva e noi abbiamo dimostrato che anche lui aveva fatto qualcosa e allora poi non hanno più voluto quella prova tv, perché non gli conveniva. Infatti non sono stato squalificato". 
 
La grinta degli argentini: "È quella grinta che ci identifica. Non ci piace perdere e quando è così cerchi di fare il massimo fino alla fine, quindi mettiamo il carattere quando dobbiamo andare avanti". 
 
Su Paredes e Dybala: "Non li ho incontrati perché Daniele mi aveva detto si venire quando non c'era l'allenamento per stare più tranquilli. Si conoscono le loro qualità. Dybala ha una qualità straordinaria ma anche Paredes. Infatti sono due campioni del mondo". 
 
È stato campione del mondo Under 20 con l'Argentina. In quella squadra c'erano tanti campioni, da Samuel a Riquelme: "Vincemmo il Sudamericano Under 20, il Mondiale Under 20 e il Torneo di Tolone. Noi di quella generazione poi siamo arrivati tutti al 2006, è stato un progetto lungo, di 12 anni ed è stato bellissimo arrivare tutti insieme al Mondiale, tutti della stessa età. Poi uscimmo contro la Germania senza perdere se non ai rigori". 
 
Ora è il secondo della Nazionale venezuelana: "Sì, faccio il secondo a Batista. Ho avuto tre esperienze in Messico: al Cruz Azul, vincendo il campionato, al Santos Laguna e all'Atlas di Guadalajara, dove vivo. Poi c'è stata questa opportunità con Fernando Batista. Il Venezuela non si è mai qualificato al Mondiale, ora siamo a un terzo del girone di qualificazione e siamo quarti, quindi pensate com'è la situazione lì in questo momento". 
 
Come ha trovato Spalletti in occasione dell'amichevole tra Italia e Venezuela: "L'ho trovato bene, non lo avevo più visto da quando ero andato via, è sempre uguale, molto gentile. Quella sera che sono partito per andare al Monaco, abbiamo fatto una cena al solito ristorante, anche se non eravamo tanto d'accordo lì. Lui una volta, alla domanda sulle possibili cessioni, disse che solo Mexes era incedibile e quindi io l'avevo presa male perché quell'anno era andato bene, eravamo andati in Champions e quindi magari le ho interpretate male. Ora che faccio l'allenatore ho capito quello che intendeva e un po' mi sono pentito di aver lasciato Roma, non volevo andare al Monaco, però avevo inteso male queste parole". 
 
L'opinione su Yeferson Soteldo: "È un giocatore straordinario, ha una qualità incredibile. Per noi averlo con il Venezuela è straordinario, perché è un giocatore imprevedibile. Un po' come Cassano, ha una forza nelle gambe incredibile. Adesso lui ha vinto il campionato con il Gremio, sta facendo molto bene e può decidere una partita come ha fatto nelle qualificazioni contro il Cile, ad esempio". 
 
Cosa deve fare la Roma per passare il turno contro il Milan: "Deve continuare come ha fatto nel derby, dal primo all'ultimo minuto ha dominato la gara, ha fatto girare la palla benissimo e si è visto un calcio vero. La Roma ha fatto una gara stupenda, poi magari alla fine ha spinto la Lazio ma è normale. La Roma in contropiede poteva anche segnare un altro gol. La Roma mi è piaciuta come gioco e come carattere, da tempo non la vedevo così". 
 
Una Roma un po' argentina, come piace a De Rossi: "Sì, lui nella sua esperienza in Argentina ha imparato un po' la nostra cultura e ci tiene, che poi è simile a quella romana".
 

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