Totti: 'La maglia della Roma vale più di un Pallone d'Oro'

L'intervista integrale di Francesco Totti.

 

Quella maglietta con su scritto “Basta”: “Era una maglietta che ho indossato per uscire di casa. Non volevo far polemica con nessuno ed è stato montato un caso mai esistito”.

 

Situazione cambiata: “Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti. Poi quando le cose non vanno nel migliore dei modi si amplifica tutto, anche quello che non esiste. Alla fine è prevalsa la verità”.

 

Qual è la verità? “Remiamo tutti dalla stessa parte. Vogliamo tutti il bene della Roma e cerchiamo di onorare la maglia fino alla fine”.

 

L’Equipe ha scritto che è scattata la scintilla con Luis Enrique: “Con il mister ho avuto un grandissimo rapporto sin dall’inizio. Quando non giocavo mi dispiaceva ma ho sempre dato la mia disponibilità. Il mister poi mi ha preso in considerazione”.

 

La svolta: “Ho sempre detto che ci voleva tempo. C’erano giocatori nuovi, un allenatore nuovo ed un calcio diverso rispetto a quello italiano. Lui l’ha capito e sono arrivati i risultati”.

 

Luis Enrique: “Una persona vera, grande. Ti dice le cose in faccia. Ha tanti pregi e vuole portare una nuova mentalità in Italia”.

 

Ti piace questo gioco? “Si, moltissimo. Inizialmente non ero contento di giocare in quella posizione ma alla fine ha avuto ragione lui. Mi diverto, si diverte la squadra e si diverte la gente. Abbiamo trovato il giusto modo di giocare”.

 

Come definiresti questa squadra? “Una squadra giovane, divertente e che vuol vincere”.

 

La Roma è la vera novità? “Adesso si perché ci sono le vittorie. Nel futuro potremo dire la nostra”.

 

Un inizio non confortante: “Il cambiamento è stato quasi totale. Sono arrivati quasi tutti stranieri e per loro non è stato semplice imparare la lingua e conoscere la città con la sua gente. Siamo però rimasti uniti e siamo usciti da questa situazione”.

 

Sei il calciatore più conosciuto d’Europa: “Una cosa che non mi sarei mai aspettato. Sono contento e orgoglioso di questo perché l’ho meritato sul campo. Ho sempre voluto indossare un’unica maglia ed ho sempre cercato di dare il massimo. I risultati si vedono”.

 

Quanto sei orgoglioso di te stesso? “Normale…Sono contento di quello che ho fatto”.

 

L’unica bandiera: “L’unica maglia è, per me, una doppia vittoria. Ho avuto la possibilità di andar via ma l’amore ha prevalso. Sono contento di aver indossato solo la maglia della Roma e spero di restare l’unica bandiera ancora a lungo”.

 

L’esser rimasto a Roma vale più di un Pallone d’Oro? “Si, anche se sono due cose differenti. Questa maglia è più importante del Pallone d’Oro”.

 

Dici Totti e dici Roma: “E’ un argomento che andrebbe approfondito (ride). Ho altri due anni di contratto e se sarò in condizione la speranza è di giocare fino a 40 anni. Però queste sono tutte dicerie e chiacchiere. Quando sarà il momento valuterò”.

 

La carriera da dirigente: “Non ci penso. Penso solo a mantenermi in forma e a divertirmi. Quando non sentirò più questo stimolo cambierò lavoro”.

 

Cosa diresti ai ragazzi che ti hanno insultato? “Niente, capitolo chiuso”.

 

La sfida contro Del Piero: “Lo ringrazierò per le parole ma i complimenti li ho fatti anche io a lui per i tanti record che ha battuto. Speriamo che non sia l’ultima sfida tra di noi perché per me è stato un giocatore simbolo, che ha fatto la differenza in Italia e in Europa. La Juve dovrebbe trattarlo con i guanti bianchi”.

 

Del Piero potrebbe andare all’estero: “Spero possa restare alla Juventus fin quando vorrà. Se dovesse cambiare destinazione la cosa importante è che a lui stia bene”.

 

Capitolo Nazionale. Le parole di Prandelli: “Mi fa piacere che il mister mi prenda in considerazione. Ho sempre detto che con lui ho un grandissimo rapporto. Ho avuto la possibilità di essere allenato da lui solo per una settimana/dieci giorni. Mi hanno parlato veramente bene di Prandelli, ha voglia e stimoli. Mai dire mai poi a maggio valuterò se sarò in questa condizione”.

 

Ti stupisci della tua condizione? “A 35 anni dovresti intraprendere la strada della discesa. Io invece sono in salita ed è strano. Credo nelle mie potenzialità. L’importante è mantenersi, fare una vita sana, tranquilla e da professionisti”.

 

Nessuna maglietta per il tuo record: “Ho fatto due dediche che mi sentivo di fare. A mia cognata Silvia, che aveva partorito pochi due giorni prima, e per la tragedia della Costa Crociere, per tutte le persone che sono rimaste dentro e purtroppo non ci sono più”.

 

Quanto ti ha colpito questo episodio? “Tanto, perché l’ultimo cosa che ho visto era il film Titanic. Vedendolo cosi vicino ti colpisce tanto. Poi vedere le persone, i bambini che scappavano è stata una cosa bruttissima”.

 

Hai invitato Sara all’Olimpico: “Mi ha fatto piacere, l’ho conosciuta e mi ha spiegato un po’ di cose. Lei mi ha detto che da una cosa brutta era uscita una cosa bella, il fatto di avermi conosciuto. Non se lo sarebbe mai aspettato”.

 

Stasera gli Oscar del Calcio. Il tuo a chi lo assegneresti? “A Ibrahimovic”.

 

Vedi Delvecchio a “Ballando con le Stelle”? “Lui è bravo, è coordinato. Gli è sempre piaciuto ballare. Lo vedo bene, ha un grande futuro”.