Cesare Prandelli, allenatore della Fiorentina, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita contro l’AS Roma.
Quali sono le sicurezze della Fiorentina? “Nel calcio ogni tre giorni ci sono momenti dove puoi finire in una situazione paradossale o dove puoi rinascere. Dobbiamo cercare di avere rapporti chiari, veri e sinceri. Siamo circondati da critiche forti e in questo momento ci sta. La società sta progettando e sta facendo investimenti e lei non c’entra nulla, siamo noi i responsabili. Il presidente è arrabbiato e deluso come lo siamo noi. Non servono chiacchiere, serve lottare fino alla fine della partita. Domani affrontiamo una grande squadra come la Roma, la rispettiamo ma non dobbiamo scendere in campo pensando di essere la vittima predestinata. Dobbiamo avere la consapevolezza e la voglia di tirare fuori la nostra rabbia. Se abbiamo una dignità e un orgoglio dobbiamo metterli in campo”.
Come si può risalire? “Gli errori li abbiamo commessi nelle ultime tre trasferte. Forse inconsciamente quando pensiamo di poter vincere la partita abbassiamo la tensione nella fase di non possesso palla. Dobbiamo lottare fino alla fine su ogni pallone. Possiamo uscirne da questo momento tutti insieme convinti che possiamo reggere anche nelle difficoltà”.
Callejon: “Può diventare una risorsa. Poi non parlo più di lui perché ne parlo ogni settimana. Lui è positivo in tutto. E’ chiaro che la squadra è strutturata in un certo modo ma lavoriamo per essere pronti in caso di un suo inserimento”.
Perché Amrabat è andato in panchina a Udine? “Mi auguro che domani possa dimostrare la voglia di essere integrato in squadra, che possa giocare più veloce e più in verticale. Dipende da lui, io non ho nessun problema con i calciatori”.
C’è più paura o più voglia di riscatto in vista della partita di domani? Si può rivedere la Fiorentina che ha battuto la Juventus? “C’è molto rispetto ma non paura. Le partite vanno giocate fino all’ultimo minuto. Le grandi squadre possono perdere punti e domani possiamo fare una grande partita. Sono convinto di questo. Vorrei giocarmi la partita anche rischiando qualcosa. Dobbiamo fare risultato e lo puoi fare solo andando nell’area di rigore avversaria”.
Cosa le ha detto Commisso? “L’ho sentito molto arrabbiato e giustamente perché crede nel progetto. Abbiamo condiviso certi aspetti, abbiamo rimarcato il fatto che dobbiamo dare di più ed è responsabilità anche mia che devo stimolare i ragazzi. Le costruzioni per i grandi progetti partono spesso dalle difficoltà. E’ arrabbiato ma non ha perso l’entusiasmo”.
Cosa ha detto ai giocatori? “C’è sempre la necessità di intervenire. La squadra deve uscire da questa situazione, ho cercato di motivarli e stimolarli. Ho davanti persone serie che stanno lavorando bene. La reazione ci deve essere e sono convinto che l’aspetto umano in questi momenti può vincere contro l’aspetto tecnico-tattico. Il direttore sportivo è molto arrabbiato ma bisogna voltare pagina. La negatività ci sta ma bisogna voltare pagina e pensare alla gara di domani. Siamo tutti sulla stessa barca e questa situazione problematica va avanti da tre anni. Cosa è successo in questi tre anni? Bisogna capirlo e rivedere il modo di programmare la squadra futura pensando sempre di fare una grande squadra. Ora bisogna fare però solo risultati”.
Segnale tattico per sbloccare la squadra? “L’Udinese ci ha aspettato dandoci la possibilità di costruire. Ma loro giocano così, sono nati per giocare così e hanno messo in difficoltà l’Inter giocando una grande partita. Al 76° noi abbiamo subìto un contropiede e dovevamo percepire che quello era il momento in cui dovevamo mantenere alta la concentrazione tentando di portare a casa il risultato. Ci abbiamo provato ma senza spazi e senza il guizzo a livello individuale diventa complicato. Domani dovremo fare un’altra partita. Non abbiamo la presunzione di dire che gestiremo la palla per settanta minuti, la partita la farà la Roma. Non dovremo darle spazi e servirà cattiveria agonistica nel tentativo di andare a fare gol”.
Montiel entrato a due minuti dalla fine. Sono arrivate critiche: “Ho sempre rispettato le opinioni degli altri. Ognuno è libero di dire quello che vuole. La risposta la devo dare solo al calciatore”.
La Roma: “Fonseca, prendendo anche decisioni che a volte possono sembrare impopolari, sta andando avanti per la propria strada. E’ partito da un’idea di calcio, l’ha modificata, ha disegnato l’aspetto tecnico e tattico sulle caratteristiche dei giocatori. Prima di tutto arrivano le caratteristiche dei giocatori. La Roma ha qualità, corsa, è forte sui calci piazzati e noi dovremo essere compatti. E’ una squadra dalla mentalità propositiva che può avere dei problemi di fronte alle ripartenze dell’avversario”.
Kokorin: “Ci vuole tempo. Platini ci ha messo sei mesi per capire il calcio italiano ed integrarsi nel nostro mondo calcistico. Kokorin ha indiscusse qualità tecniche ma bisogna dargli tempo”.
Il problema è mentale, tattico o tecnico? “Quando la squadra percepisce che può vincere abbassa l’aspetto della fase difensiva. Dobbiamo correggerlo questo aspetto. Bisogna prima portare a casa il risultato”.