Carlo Ancelotti, allenatore dell’Everton, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Corriere dello Sport. Il tecnico ha parlato dell’arrivo di José Mourinho all’AS Roma.
Queste alcune delle sue dichiarazioni.
“Mou, roba grossa, un colpo da maestro”.
C’è anche chi pensa che sia bollito. “Sai cos’è bollito? Il cotechino nel carrello è bollito”.
Immagino che la notizia abbia sorpreso anche te. Cosa potrà dare alla Roma? Ci hai pensato? “Non me l’aspettavo, nessuno se lo aspettava… Mou porterà entusiasmo, conoscenze, personalità. E’ un grande allenatore. Ho un bellissimo rapporto con lui, è un amico, e da tanti anni. Mi ha subito ringraziato per il messaggio che gli ho inviato, i complimenti, così ho aggiunto una cosuccia”.
Un secondo messaggio: “Sono contento perché vai ad allenare una squadra alla quale tengo molto”.
La tua Roma. “La mia Roma. I tifosi lo adoreranno”.
Viene da stagioni poco positive. “Dipende sempre dalle aspettative che una società ha. Il Tottenham sperava di arrivare tra le prime quattro, non ci stava riuscendo e per questo ha cacciato Pochettino. Mourinho ha dovuto fare i conti con un sacco di infortuni. A Manchester non aveva fatto male, aveva vinto l’Europa League ed era entrato agevolmente in Champions… La Premier non è un campionato come gli altri, è molto competitivo, lo dimostra il fatto che due anni fa le finali europee le hanno giocate quattro inglesi e che quest’anno la storia ha rischiato di ripetersi. Si possono fare tanti discorsi per tentare di spiegare la loro superiorità sulle italiane, ad esempio – l’eccessivo tatticismo della serie A riduce l’intensità -, ma io la risolverei così: in Premier ci sono i giocatori e i tecnici migliori. La vera differenza risiede nella qualità. Che ha un prezzo. Anche in una stagione in cui i top club europei hanno sofferto parecchio economicamente, il City ha preso Ruben Dias, uno dei migliori difensori del mondo, Ferràn Torres, Aké. E il Chelsea ha speso 200 milioni per Werner, Havertz, Chilwell, Ziyech, il meglio in circolazione. Al contrario, Real e Barcellona non hanno potuto operare”.
Viene da stagioni poco positive. “Dipende sempre dalle aspettative che una società ha. Il Tottenham sperava di arrivare tra le prime quattro, non ci stava riuscendo e per questo ha cacciato Pochettino. Mourinho ha dovuto fare i conti con un sacco di infortuni. A Manchester non aveva fatto male, aveva vinto l’Europa League ed era entrato agevolmente in Champions… La Premier non è un campionato come gli altri, è molto competitivo, lo dimostra il fatto che due anni fa le finali europee le hanno giocate quattro inglesi e che quest’anno la storia ha rischiato di ripetersi. Si possono fare tanti discorsi per tentare di spiegare la loro superiorità sulle italiane, ad esempio – l’eccessivo tatticismo della serie A riduce l’intensità -, ma io la risolverei così: in Premier ci sono i giocatori e i tecnici migliori. La vera differenza risiede nella qualità. Che ha un prezzo. Anche in una stagione in cui i top club europei hanno sofferto parecchio economicamente, il City ha preso Ruben Dias, uno dei migliori difensori del mondo, Ferràn Torres, Aké. E il Chelsea ha speso 200 milioni per Werner, Havertz, Chilwell, Ziyech, il meglio in circolazione. Al contrario, Real e Barcellona non hanno potuto operare”.