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Ugo Trani, giornalista del quotidiano Il Messaggero, è intervenuto in diretta a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda tutti i giorni dalle 10 alle 14 sui 101.500 di Centro Suono Sport.
“Fontes? Secondo me lo conoscono gli addetti ai lavori, perché sulla storia degli osservatori c’è una letteratura infinita. Vi faccio l’esempio di una situazione appena accaduta alla Roma: quando Petrachi andò via dal Torino chi era non troppo favorevole alle sue idee gli contestò il fatto che la campagna acquisti l’aveva fatta una dei suoi collaboratori. Questo per dirvi che molte volte quando le cose vanno bene le medaglie se le mette uno o se le mette l’altro. Contano i risultati di tutta la squadra, per cui a me non interessa di conoscerlo. Se è un uomo di riferimento di Mourinho…
Aggiungo: se hai Mendes quale è il beneficio di avere uno o più scout? Perché lui ha i suoi, è un’agenzia. Dove è la bravura di queste agenzie: se puoi spendere 2 ti portano 2, se puoi spendere 4 ti portano 4. Nel tuo menù devi avere ogni possibile richiesta che ti fa il cliente e il cliente in questo caso è Friedkin. Da lì dipende tutto e non dobbiamo illuderci di niente: se vediamo che arriva un giocatore a costo zero, allora vuol dire che in quel ruolo più di quello non potevi spendere. Io sono contrario ai parametri zero, sempre che non sia il Donnarumma della situazione”.
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