La conferenza stampa di presentazione di Sergio Oliveira, nuovo acquisto dell’AS Roma.
Ti senti pronto ad aiutare la squadra, di portare una mentalità vincente? “E’ vero ho 29 anni, ho già dimostrato il mio valore nel calcio ma arrivo ad un’età matura in cui sento anche la responsabilità di aiutare la Roma. Voglio fare del mio meglio dentro e fuori dal campo. Per quanto riguarda il tema della personalità a cui ha fatto anche riferimento il mister è normale che faccia così perché è un mister abituato a vincere, a giocare sempre con grandi calciatori. La Roma ha dei grandi calciatori, giocatori di personalità, io mi sento uno in più in questa squadra, con il compito di aiutare e tutti insieme poter crescere e raggiungere quegli obiettivi che il gruppo merita”.
Hai segnato 16 rigori su 18 battuti in carriera. Nella Roma è emersa una certa fragilità sotto questo aspetto perché ne ha sbagliati 3 su 4 battuti. Ti aspetti di diventare il rigorista? “E’ vero calcio spesso i calci piazzati ma questa è una decisione che spetta a Mourinho. Come dicevo prima la Roma ha giocatori di grandi qualità come Veretout e Pellegrini che sono due ottimi specialisti, poi è chiaro che tutti possono sbagliare. Prendere la palla per calciare un rigore vuol dire prendersi una responsabilità”.
Il tuo trasferimento alla Roma. Cosa ti ha convinto? “Sono un calciatore a cui piacciono le sfide. Sono molto grato al Porto e al suo allenatore per avermi portato a questi livelli e avermi fatto crescere molto, però venivamo da un periodo di cinque anni insieme. Al termine della scorsa stagione, che a livello collettivo e individuale credo sia stata la mia stagione migliore, avevo voglia di una nuova esperienza e di una nuova sfida. Non ho paura di essere arrivato con la formula del prestito perché sono qui per dimostrare il mio valore sia in allenamento che nelle partite per poter restare qui più a lungo. Il modo migliore è dimostrarlo iniziando a vincere le partite”.
Anche l’idea di tornare in Nazionale ti ha spinto a venire qui a Roma? Una tua opinione sul Portogallo: “Il mio obiettivo e la mia volontà è tornare in Nazionale. Il Portogallo dovrà vincere la prima partita contro la Turchia poi probabilmente affronterà l’Italia. Abbiamo le carte in regola per giocare il prossimo Mondiale”.
Qual è il tuo ruolo preferito? “In un centrocampo a tre è il ruolo di numero 8, in un centrocampo a due è un po’ arretrato. Gioco però dove vuole il mister in base alle sue necessità e dove posso mostrare le mie qualità mettendole a disposizione della squadra”.
Come mai sei “esploso” tardi? “E’ stato un percorso normale il mio, anche perché non siamo tutti Mbappé a 20 anni. E’ stata una crescita graduale. E’ vero, ci sono state delle difficoltà ma ho imparato anche tantissimo dentro e fuori dal campo e oggi mi sento completo e non cambierei nulla nel mio percorso di crescita perché altrimenti non sarei la persona che sono oggi”.
Che idea ti sei fatto della Roma? “Quella della scorsa estate è stata solo un’amichevole estiva, anche se entrambe la volevamo vincere ed è diventata una partita un po’ più dura. Da quel momento ho continuato a seguire la Roma anche per la presenza di Mourinho e di Tiago Pinto e anche a partire da quel momento ho stretto un rapporto con Pellegrini. Credo che possiamo raggiungere grandi obiettivi ma ora concentriamoci sulla prossima partita, dobbiamo assumerci questa responsabilità, avere questa mentalità vincente e al tempo stesso non subire le pressioni che provengono dall’esterno”.
Perché hai scelto il numero 27? “E’ da sempre il mio numero e mi sento a mio agio con questo numero”.
Qual è la cosa che ti ha colpito di più in questi giorni a Trigoria? “Sicuramente la qualità della squadra, c’è molta qualità in questo gruppo. Si lavora molto bene, ci sono infrastrutture eccellenti, sono stato accolto bene da tutti e li ringrazio. Abbiamo iniziato a lavorare, già seguivo la Roma. Con il passare del tempo mi sentirò sempre più a mio agio”.