Bruno Conti è stato intervistato da Sky Sport. Queste le sue risposte tra i ricordi dello Scudetto del 1983 e l'attualità che porta il nome di Lukaku.
Genoa-Roma, una partita storica che segnò lo scudetto del 1983: “Per chi cresce in un settore giovanile come quello della Roma, vincere uno scudetto con la squadra del cuore è importante. Gli artefici furono Dino Viola e Nils Liedholm che pezzo dopo pezzo crearono quella grande squadra, capace di arrivare a quell’obiettivo. Il piacere tra l’altro fu doppio perché lo Scudetto l’ho vinto a Genova, dove ho anche giocato due anni. Ricordo tutto di quella giornata, fu un anno incredibile dove riuscimmo ad interpretare un calcio bellissimo”.
Liedholm quali qualità aveva? “Durante il lavoro settimanale da una esercitazione ne tirava fuori 4-5 perché era pieno di inventiva. Ha saputo gestire un gruppo anche nelle piccole difficoltà, sapeva comunicare in modo corretto. Con la sua ragnatela ci ha fatto divertire, ci ha fatto giocare un calcio spumeggiante con giocatori importanti. Lui ha creduto in me, mi ha fatto esordire contro il Torino poi ho avuto l’esperienza al Genoa dove non avevo disputato un grande campionato e si parlava di una mia cessione al Pescara. Nonostante questo lui, che tornava alla Roma dall’esperienza al Milan, decise di riportarmi nella Capitale, facendomi arrivare in Nazionale. A Liedholm devo tutto. Grande uomo e grande allenatore”.
C’è qualche analogia Pruzzo-Lukaku? “Sono due grandi bomber dalle caratteristiche diverse. Quando arrivavo a finalizzare l’azione sapevo già dove trovare il Bomber. Lukaku aiuta la squadra, la fa salire, fa la sponda, si inserisce… È un grande campione, così come lo era il Bomber”.