Monchi alza il tiro

Disegna con le mani un piccolo quadro, come se fosse un minuscolo Var. Monchi non si accontenta dei limiti, intende allargare l'orizzonte della sua strategia. E con quel gesto intorpidisce le certezze sui piani di mercato della Roma: «Non sarei un buon direttore sportivo se pensassi solo a Ziyech e Berardi, o comunque a due giocatori e basta. Mancano 40 giorni alla fine della finestra trasferimenti e io non ho intenzione di ragionare in piccolo. Stiamo osservando tante cose, anche con l'allenatore: abbiamo appena cominciato il ritiro, questo è il momento d capire cosa manchi alla squadra. A volte appunto nelle rose manca qualcosa. Vediamo. Ma i nomi che valutiamo non sono così pochi».

 

TAGLIARE. E' evidente che nella sua testa serva ancora qualche ritocco per generare la Roma migliore. Ma prima bisogna fare i conti con i numeri esagerati della rosa: ieri hanno cominciato in 31 la preparazione. E non c'erano i nazionali Alisson, Fazio, Kolarov e Zaniolo. In più vanno sistemati i giocatori sotto contratto che Di Francesco non ha convocato: da Castan a Gyomber fino ai tantissimi giovani ex Primavera. «Ora siamo in tanti, forse troppi - ammette Monchi - dobbiamo aspettare un po' e capire le nostre necessità. Non abbiamo fretta. Quella di dare a Di Francesco una rosa ampia dal primo giorno del ritiro è stata una scelta ponderata. Speriamo che ci porti dei vantaggi perché io conosco solo il lavoro come ricetta per crescere come squadra». (...)

R. Maida