Dzeko-Schick mai insieme. Roma, c'è aria di staffetta

Ieri è toccato a lui, a Dzeko, mentre stasera sarà invece il momento di Schick. Un passaggio di consegne quasi ideale, come quello che la Roma aveva pianificato (nel tempo) la scorsa estate. Da Edin Dzeko a Patrik Schick e chissà che magari non torni di moda a fine stagione. Prima no, è difficile, anche se poi a gennaio scorso la Roma si era seduta con il Chelsea proprio per chiudere la cessione dell'attaccante bosniaco e dare il via libero definitivo a quello ceco. Poi la storia ci ha raccontato altro. E cioè l'importanza ancora fortissima di Dzeko per le vicende giallorosse e le difficoltà ancora profonde di Schick per le fortune sue e dei giallorossi. Le parole che però rimbalzano dalla Bosnia qualche altro pensiero lo fanno venire... 

 

IL BOSNIACO Ieri a Sarajevo, al Grbavica Stadium, Dzeko ha giocato la sua 98ª partita con la Bosnia, il traguardo delle 100 gare è lì, a portata di mano. E, come spesso gli succede, ha anche segnato una doppietta. «Spero di tornare presto a giocare una grande competizione internazionale, il prossimo Europeo è un po' il sogno di tutti noi - aveva detto l'attaccante alla vigilia della sfida di Nations League contro l'Irlanda del Nord - Se sarà l'ultimo o meno ancora non lo so, ma ci sarà di certo chi verrà dopo di me e batterà anche i miei record. Che sono fatti proprio per essere superati». Poi Dzeko è tornato a parlare di Premier League, il giardino dove ha ballato (e vinto) per quasi cinque lunghi anni con la maglia del Manchester City. «Tornare in Premier? Forse è tardi, ma nella vita non si sa mai... Lì ci ho passato quattro anni e mezzo e ci siamo divertiti ogni minuto di ogni partita. Adoro la Premier League e l'Inghilterra, vedremo. Ma al momento sono felice a Roma». (...)