La paura e il sollievo. Gol, papere, errori. Roma 2 volte sotto e poi la spunta. Però il Genoa urla

Senza rabbia, né legge. Discese ardite, all’inferno, e risalite nel gelo polemico dell’Olimpico. Gol e papere in quantità industriale, da una parte e dall’altra. Una partita sull’orlo di una crisi di nervi. Con la ciliegina dell’arbitro Di Bello che ignora bellamente un rigore clamoroso di Florenzi ai danni di Pandev al tramonto della sfida che poteva dare il pareggio al Genoa. Così la Roma si salva ma restando Rometta in questa sfida improbabile, con un Genoa quasi padrone del campo per più di mezzora, grazie anche al clima da incubo, che è andato in vantaggio due volte ma non è riuscito a chiudere la partita consentendo la rimonta e poi il sorpasso. Eh si, la Roma si è risollevata ma non è certo guarita: ha preso un brodino ma la strada per tornare grande è ancora lunga. Forse l'aiuteranno i giocatori pronti al rientro. Per il momento si gode la vittoria che non arrivava dall'11 novembre (con la Samp), una rimonta che non le capitava da marzo (col Napoli) e il primo gol in Serie A di Kluivert, finalmente convincente. 

 

LA CHIAVE E' stata una sfida parecchio strana: ci si aspettava una Roma tutta grinta, invece sembrava più spaurita del solito. E anche la disposizione convinceva poco: difesa a 3 in una gara da vincere a ogni costo, con Kolarov e Florenzi esterni alti. Tridente con Zaniolo falso nove e Schick in «punizione» in panchina. L’imbarazzo tattico era evidente, oltre al tremolio delle gambe. L'alibi era, appunto, il clima tutt'altro che natalizio. Fischi a tutti, tranne Zaniolo e De Rossi, all'annuncio delle formazioni. I più bersagliati Schick, Florenzi e Di Francesco. Poi i tifosi zitti per dieci minuti, il seguito della contestazione notturna che ha visto esporre per la città cento cartelloni contro Pallotta e la società intera. Dura giocare così, soprattutto per il baby attacco. La Roma sembrava paralizzata, e poi in difficoltà contro un Genoa che mostrava di avere un’idea di gioco nel suo 3-5-2. Ironia della sorta, l’errore per l’inizio di un possibile incubo lo commetteva Olsen, uno dei più positivi nella stagione, non trattenendo un tiro centrale e facile di Hiljemark dove s’avventava come un rapace Piatek in scivolata. (...)