Difra: Roma malata

La dittatura del risultato regala una settimana di pace alla Roma, che non meritava di battere il Genoa ma arraffa tre punti decisivi: oggi Monchi vola a Boston da Pallotta e potrà difendere con più credibilità la panchina di Di Francesco, arrivato sul bordo di un fiume inquinato dopo la sequela di partite deludenti della squadra. Ieri non è andata meglio, sotto il profilo della prestazione, ma il gol di Cristante e il rigore negato a Pandev hanno anestetizzato per qualche ora i problemi. «E' una squadra malata - conferma Di Francesco -, altre volte abbiamo fatto meglio ma non abbiamo ottenuto la vittoria. Stavolta devo fare i complimenti ai ragazzi perché in un ambiente particolare, con la gente che contestava, non era semplice ripartire. Chi ha giocato a calcio, specialmente a Roma, lo sa». Postilla: l'Olimpico semivuoto, dopo aver intonato cori contro Pallotta per tutta la partita, ha fischiato la squadra anche quando Di Bello ha mandato tutti negli spogliatoi.

 

CARATTERE. Per la prima volta in stagione la Roma ha ribaltato una situazione di svantaggio (non succedeva da marzo) ma ha dimostrato ancora una volta di essere disorganizzata e fragile: «Ci sono state tante lacune e parecchi errori. Ma in questa serata mi interessa relativamente. Cercavo un approccio emotivo dai giocatori e l'ho avuto. Ho messo in campo chi aveva la testa libera, fresca, per poter creare difficoltà all'avversario, che era molto più in salute di noi». Commenta con fair play l'episodio che ha fatto (giustamente) infuriare Prandelli: «Abbiamo avuto un po' di c..., ma quando capita a noi di non vincere per sfortuna non viene evidenziato e conta solo il risultato. Ci sono state anche partite in cui gli arbitraggi non erano stati favorevoli alla Roma». (...)