Il raccolto del nuovo corso è ancora insufficiente: solo 7 punti in 5 partite, 7 gol fatti e 9 subiti. Ma sabato a Marassi nella partita vinta contro la Sampdoria, e sicuramente più di 3 giorni prima all'Olimpico nella sfida contro la Fiorentina, la Roma ha mostrato qualche lieve progresso. Non nel gioco, ma nello spirito. E quindi nel modo di stare in campo. È già qualcosa. Perché Ranieri, predicando la collaborazione tra singoli che di conseguenza favorisce quella tra i reparti, ha preso atto di come i calciatori abbiano ripreso ad aiutarsi tra loro. Così si è rivisto quel comportamento da squadra che, sparito da tempo, diventa necessario per nascondere le lacune tecnico tattiche che sono nel dna del gruppo.
SEMPLICITA' AL POTERE
Il 4° posto, dopo il weekend, è lì: il Milan e l'Atalanta sono avanti di 1 punto. La corsa per la zona Champions è dunque apertissima. E la Roma è di nuovo protagonista con il copione scritto, in queste settimane, da Ranieri che è ormai evidente in partita. Solo piccoli accorgimenti per ridurre i rischi di questa squadra che, in 41 match stagionali, ha incassato 64 reti (solo 6 clean sheet nelle 31 di campionato), confermando la sua fragilità. Il piano del tecnico, nella notte passata a Genova, ha finalmente funzionato: pericoli zero o quasi, l'unica parta di Mirante, nel 1° tempo, su conclusione di Defrel. E dalla distanza. Così, dopo 2 mesi, nessun gol subìto. Manolas e lo stesso Fazio sono sembrati più concentrati del solito, ma al tempo stesso va elogiato anche l'atteggiamento degli altri interpreti. Il 4-2-3-1 è tanto basso nel baricentro al punto di trasformarsi nell'equilibrato 4-4-1-1. Che garantisce la compattezza chiesta dall'allenatore. Ecco gli esterni Zaniolo e Kluivert che si sacrificano sui lati, Pellegrini che disturba il portatore di palla avversario insieme con Schick che gli sta vicino. Entrambi, però, li ritroviamo poi dietro la linea di centrocampo. Densità e presenza. L'unione fa la forza. Banale, ma vero. Si rivedono il carattere e la personalità in gran parte dei protagonisti. E si sommano all'esperienza dei senatori, da De Rossi a Kolarov passando per Fazio, e alla sfrontatezza dei giovani, da Zaniolo a Pellegrini e da Kluivert e a Karsdorp (lesione muscolare alla coscia destra).
DOLCE ATTESA
La Roma di Marassi è pratica e umile. Lascia l'iniziativa alla Sampdoria, come fece a lungo nella partita contro la Fiorentina. Il dato del possesso palla è inequivocabile: 39 per cento. Mirante ha il compito di sparare il pallone, sempre e comunque oltre la metà campo, rispettando il 1° comandamento della nuova gestione: non si gioca dal basso. Tanto c'è, in alto, Schick a controllare e smistare. Il centravanti che lavora fuori area e non dentro dove, quando è possibile, si presentano i compagni. A cominciare da Pellegrini che da seconda punta non si trova del tutto a suo agio. (...)
U. Trani