Dzeko-Fonseca: via all’operazione restauro

Operazione restauro. Della mente e non del corpo, perché Edin Dzeko a 34 anni e mezzo ha ancora il fisico e l’affidabilità di un calciatore giovane. Il problema è la testa: fino a sabato sera, Dzeko era sicuro di andare alla Juve. Per questo ha lasciato intendere a Fonseca, di cui parleremo tra qualche riga, che avrebbe preferito non giocare (diciamo così). L’allenatore allora ha deciso di escluderlo nel rispetto del gruppo. E al suo posto ha lanciato Pedro dal primo minuto. Lunedì a mezzogiorno il dietrofront, che molto probabilmente è definitivo: la Juventus ha fatto un rilancio forte, 16,5 milioni, per convincere la Roma a vendere. Una cifra enorme per un calciatore del 1986. Ma Fienga, che non aveva raggiunto l’accordo con il Napoli per Milik, ha rifiutato l’offerta.

 

Dzeko, che deve ancora superare lo shock, ha rivisto il film degli anni scorsi, quando era stato ceduto al Chelsea (gennaio 2018) e quando era stato a un passo dall’Inter (estate 2019). La differenza però stavolta è sostanziale: non ha deciso lui di restare alla Roma, è stata la Roma a comunicargli che il contratto (ricchissimo: 7,5 milioni a stagione fino al 2022) sarebbe stato ancora valido. (...)

 

In questo scenario, dovrà comunicare di nuovo con un allenatore con il quale i rapporti sono compromessi. Non che sia necessario frequentarsi fuori del lavoro per stabilire rapporti professionali efficienti. Ma tra Fonseca e Dzeko qualcosa si è inceppato dopo la partita di Europa League contro il Siviglia. (…)