Roma, che peccato

La Roma butta via un’occasione ghiottissima che forse non le ricapiterà più: almeno non contro i campioni d’Italia piombati all’Olimpico semi-deserto ancora con un rodaggio tutto da fare. Gioca sessanta minuti alla grande, ma poi si perde nel finale subendo il ritorno della squadra di Pirlo. Contro questa Juve che è la sbiadita controfigura di quella forte e spietata che ha dominato le ultime otto stagioni del nostro campionato, i giallorossi si accontentano di un solo punto quando avrebbero potuto portar via l’intera posta. Avrebbero potuto eccome e anche meritato in una partita dominata per lunghi tratti nella quale è andata avanti due volte senza però riuscire a chiuderla: complici un paio di errori clamorosi e un palo.

 

E’ lo «scatto» che manca a questa squadra, il famoso salto di qualità del quale si parla da tempo ma che sembra ancora lontano anni luce. Perché quando capita l’occasione di comandare una partita così, con glli avversari rimasti in dieci (giusta l’espulsione di Rabiot) per l’ultima mezz’ora di gara, in vantaggio per 2-1, non puoi farti rimontare per niente al mondo. E soprattutto non puoi far staccare in quel modo Ronaldo da solo in mezzo all’area: la solita storia, purtroppo già vista. 

 

Questa è la cosa che Fonseca non è riuscito a trasmettere ai suoi ancora molto lontani dal diventare una grande squadra. Certo, dopo la gara di ieri la questione del tecnico sarà da rivedere e non certo per questo punto rimediato contro la Juventus, sul quale alla vigilia nessuno avrebbe comunque scommesso un euro, ma per come la Roma lo ha ottenuto. (…)