«Sono nato per giocare al calcio»

L’uomo vive nel rumore, ma incontra la bellezza nel silenzio. E così può persino succedere che la tristezza di uno stadio vuoto permetta all’arte del calcio di farsi contemplare come merita. Certo, Riccardo Calafiori avrebbe voluto festeggiare il primo gol con la maglia del cuore in un’autentica bolgia. Ancora prima di affacciarsi tra i grandi, ce lo aveva confidato: «Ogni tanto penso a quanto sarebbe bello segnare e correre sotto la Curva per andare ad abbracciare i tifosi». La porta era quella giusta, la rete (meravigliosa) pure: un sinistro di controbalzo che ha spedito il pallone sotto l’incrocio dei pali. Mancava solo la cornice, ma è stato comunque indimenticabile. «Questo gol lo sognavo da una vita – ha dichiarato a fine partita – devo ammettere che farlo più bello di così era difficile. E’ un’emozione grandissima, indescrivibile, con il pubblico sarebbe stato ancora meglio però mi accontento. Lo dedico al mio amico Daniele De Rossi». Curiosità: un romano non segnava all’Olimpico in Europa proprio dal gol dell’ex numero 16 contro il Barcellona. Riccardo poi ha un’altra cosa in comune con Daniele: anche “capitan futuro” segnò per la prima volta in giallorosso con una bordata da 30 metri, in un match finito 3-1 (contro il Torino) come ieri sera.

 

Un gol per il rinnovo. Tutti i segnali vanno in questa direzione. Il contratto di Calafiori scade nel 2022: il giovane guadagna 400 mila euro, il suo agente Raiola ha chiesto tre volte tanto (1,2 milioni a stagione) e la Roma si è avvicinata a una controproposta convincente. Il rinnovo fino al 2024 è molto vicino e il bacio alla maglia dato dopo il gol lo conferma. (…)