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Corriere dello Sport

(19/05/2025)

Paredes ci ha messo la firma

Quando il gioco si fa duro, la scena se la prende Leandro Paredes. Logico, quasi scontato. Senza gli specialisti Dybala e Pellegrini, l’argentino si caricato addosso una responsabilità enorme quando ha iniziato la rincorsa al posto di Soulé su quella palla ferma sull’erbetta dell’Olimpico. L’urlo della Curva Sud, pochi istanti dopo, ha riportato Leandro indietro nel tempo. Già, era una domenica di ottobre di nove anni fa. Paredes segnava la sua prima e unica punizione contro il Palermo e veniva sommerso dall’affetto di De Rossi, Nainggolan, Salah e Dzeko. L’argentino era un ragazzino che non sapeva che, una vita dopo, sarebbe tornato in giallorosso con il numero di maglia dell’amico Daniele per disegnare una seconda magia dalla distanza, sfruttando la sua specialità. Con la potenza del piede destro ha sorpreso Maignan all’angolino basso.
 
L’esultanza è stata rabbiosa, genuina, sincera. Inevitabile, quando resti in panchina per quattro partite di fila e poi giochi titolare contro il Milan. Forse non per merito, ma perché la coperta era corta a causa delle assenze. Paredes non è abbonato ai gol: gli unici in stagione, entrambi su rigore, li aveva realizzati contro il Parma a dicembre e contro l’Athletic Bilbao a metà marzo, subito dopo il prolungamento del contratto e il giallo legato a una dichiarazione particolare, quel «ho fatto di tutto per tornare al Bock2;».
 
Era scivolato in fondo alle gerarchie negli ultimi mesi, ma nel momento della verità Leandro ha trovato la soluzione più difficile, ma anche stilisticamente più bella. La sua prestazione, al di là del gol, è stata importante. Paredes è tornato titolare per fare il cervello della Roma, per dettare i tempi in un centrocampo che aveva bisogno della vecchia guardia. Ranieri, stuzzicato sull’argomento, aveva detto: «Perché Paredes non gioca? Cosa abbiamo fatto nelle ultime partite, vinto quasi sempre? E allora va bene così…». Ma in precedenza lo aveva elogiato pubblicamente, spingendo tra l’altro per il rinnovo: «È un campione».
 
Non è stata una passeggiata la partita contro il Milan. Il missile terra-aria di Paredes, però, ha reso la serata perfetta, al netto del successo della Juventus che resta al quarto posto. Contavano i tre punti e i tre punti sono arrivati per alimentare il sogno Champions. All’Olimpico ieri sera si respirava aria di impresa. E Paredes ci ha messo sopra la firma.


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