Il valore di una parola per testare la sostanza di un progetto. La nuova Roma si giocherà tutto questo nelle prossime ore – «la nostra credibilità», citando Gasperini -, rese incandescenti da un mercato che scotta più della temperatura da bollino rosso trovata dai giallorossi al rientro dalla fresca Inghilterra. Proprio alla vigilia del match contro l’Everton è nato un nuovo patto tra l’allenatore e la proprietà. In questo primo mese di lavoro non ci sono mai stati attriti, però al tecnico servivano evidentemente delle rassicurazioni viste le tempistiche di un mercato che sta procedendo a rilento soprattutto per l’attacco. Fin qui il ds Massara non è stato con le mani in mano. Ha infatti completato 5 acquisti – Ferguson, Wesley, Vasquez, El Aynaoui e Ghilardi -, tutti under 25 a eccezione del secondo portiere (27), arrivati senza eccessivi esborsi per gli ingaggi (nessuno oltre i 2 milioni) e il sesto colpo, il difensore Ziolkowski, sbarcherà a Ferragosto. Nel calcio le rivoluzioni tempestose sono quasi sempre accompagnate dalle crisi di rigetto, come hanno dimostrato i 10 colpi della Juve di Motta, eppure a Gasperini non serve la ciliegina sulla torta, bensì la materia prima per far decollare il progetto. Con il lavoro quotidiano un calciatore può imparare a muoversi meglio, ma doti come la velocità, la fisicità, il senso del gol e il dribbling si possono comprare solamente al mercato.
Così, nelle ultime cinque amichevoli, come trequartista di sinistra la Roma ha utilizzato cinque diversi calciatori: Dybala (Unipomezia), Pisilli (Kaiserslautern), El Shaarawy (Cannes), Baldanzi (Lens) ed El Aynaoui (Everton). Il segnale che lì manca un titolare dovrebbe essere stato recepito. L’argomento ha animato il summit di mercato andato in scena venerdì all’hotel Hilton di Liverpool tra l’allenatore, il direttore sportivo, il senior advisor Ranieri e il vicepresidente Ryan Friedkin. Dan, the president, ha delegato suo figlio. Gasperini l’ha definita «una bella riunione in cui hanno detto cose importanti». Alla chiusura della sessione mancano solo 21 giorni e il cartello “lavori in corso” è ben visibile: oltre al trequartista, servirebbero un vice Angeliño e un sostituto di Mancini, considerando Rensch e Kumbulla in uscita. Se El Aynaoui traslocasse sulla trequarti, la coperta sarebbe corta pure a centrocampo, dove i soli Cristante, Koné e Pisilli non potranno bastare; McKennie, più avanti, potrebbe trasformarsi in un’opportunità.
Il «mi aspetto ancora qualcosa» dell’allenatore va dunque interpretato con la richiesta di almeno tre colpi. In primis Fabio Silva, da chiudere entro questa settimana visto che il Dortmund sta alzando la pressione e il riscatto a 20 milioni potrebbe non soddisfare più il Wolverhampton. Il passaggio propedeutico per la firma del 23enne, un jolly dell’attacco, è però un rinnovo con gli inglesi oltre la scadenza del 2026, così che gli Wolves possano fissare con la Roma delle condizioni per la permanenza. Mentre nell’agenda di Massara spunta il nome di Franculino Djú del Midtjylland e non viene ancora depennato quello di Eguinaldo dello Shakhtar, continua il braccio di ferro con il City per Echeverri, che spinge per raggiungere i connazionali Soulé e Dybala. Guardiola ha dato l’ok al prestito, non alla possibilità di perderlo definitivamente. Con uno sforzo, la Roma potrebbe prendere due calciatori offensivi. La proprietà non ha escluso a priori questa possibilità. «Rinforzarsi» e «completarsi» fa tutta la differenza del mondo: solo la prima, come dice Gasp, ti fa fare il salto di qualità.