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(22/09/2017) A.S. Roma

Di Francesco: Contro l’Udinese servirà lo stesso atteggiamento visto contro Verona e Benevento. La Roma può competere con Juve e Napoli

Queste le dichiarazioni di Eusebio Di Francesco, allenatore dell’AS Roma, in conferenza stampa alla vigilia della partita contro l’Udinese.
 
L’Udinese è una squadra che conosce molto bene la Serie A, però in questo inizio di stagione ha raccolto solo tre punti. La voglia di riscatto di questa squadra può essere l’insidia maggiore della partita di domani? “Credo che tutte le partite nascondano delle insidie, anche quella che abbiamo giocato e che poi è finita bene. E per quello magari ce ne rendiamo meno conto dell’importanza dell’approccio che abbiamo avuto in queste ultime due gare. Dobbiamo avere lo stesso atteggiamento che abbiamo avuto sia con il Verona, che con il Benevento, come predisposizione di squadra, come voglia di giocare insieme e come determinazione. E partire con la stessa forza. E’ normale che davanti abbiamo una squadra che, dal mio punto di vista, ha dei valori importanti rispetto alla classifica che ha, ha un allenatore che prepara sempre al meglio le partite e oggi come oggi che sta raccogliendo meno di quello che ha seminato”.
 
Dopo la partita con il Benevento lei ha detto: “Siamo una squadra”. I giocatori hanno parlato molto di collettivo. Queste rotazioni, questo turnover molto ragionato che fa sentire tutti importanti, aiuta molto la formazione di questo collettivo? “Aiuta quando arrivano i risultati. Perché, come ho detto prima, il turnover per tutti quanti diventa valido quando si raggiungono determinati obiettivi. Dal primo giorno in cui sono venuto qui ho sempre parlato di collettivo e mai in generale di individualità, ho parlato sempre di due giocatori per ruolo, non ho mai parlato di titolari e riserve e questo è significativo di quello che sto cercando di far entrare nella testa non solo della mia squadra ma anche dell’ambiente, per far capire a tutti quanti che tutti, per poter raggiungere un obiettivo, sono indispensabili”.
 
I risultati possono essere favoriti proprio da questa scelta tecnica? Vedere De Rossi o Gonalons, vedere Lorenzo Pellegrini che prende il posto di Strootman e Nainggolan o una staffetta tra Defrel e Cengiz Under, queste opzioni, alla lunga, possono essere il vero valore aggiunto della Roma? “Devono esserlo perché è quello che ho cercato di dire anche adesso, credo sia fondamentale. E’ normale che questi, abbinati ai risultati, aiutano ancora di più. Come percezione, anche chi magari si sente con il posto sempre assicurato, vedendo le prestazioni degli altri, alza sotto tutti i punti di vista l’attenzione e la preparazione ad ogni gara e ad ogni allenamento. Credo che questa squadra, al di là delle partite, sia cresciuta tantissimo negli allenamenti e questo per me fa la differenza perché ritengo che quello che si fa negli allenamenti poi lo si riporta in partita”.
 
Nainggolan può giocare? “Ieri ha fatto tutto con la squadra, oggi sarà l’esame finale, se dovesse essere tutto ok sarà sicuramente convocato e magari sarà anche della partita dall’inizio”.

Si parla tanto di campionato diviso in due blocchi, di grande differenza tra le prime 4-5 squadre e le piccole. A lei piacerebbe un campionato con meno squadre? Secondo lei è la migliore soluzione per renderlo più competitivo? “Può essere una soluzione ma non spetta a me dirlo, perché sono state fatte varie analisi. Però credo che chi ha conquistato questa Serie A meriti questa chance. Poi ben vengano altre scelte, nel caso si dovessero fare. C’è sempre una logica come negli altri campionati. Questo divario in questo momento esiste, esisteva anche l’anno precedente, per questo determinate valutazioni hanno un senso. Credo che tutte le partite abbiano un significato particolare, siamo solo all’inizio e più andrà avanti il campionato e meno si vedrà questa differenza, perché tante squadre cominceranno a capire realmente come si affronta un determinato campionato. E ve lo dice uno che ci è passato qualche anno fa con il Sassuolo”.
 
In questa prima parte di campionato sono emerse due figure, quelle di Dybala e Mertens. Per essere competitiva per il titolo alla Roma manca un calciatore con quel tipo di qualità? “Secondo me all’interno abbiamo dei giocatori importanti che hanno determinate qualità e che possono decidere le partite da un momento all’altro. Edin, al di là che ha caratteristiche differenti, può essere uno di questi calciatori. Credo sia fondamentale mettere dentro quella rabbia, quella determinazione, quella voglia di lavorare per la squadra, quel salto di qualità che possono far tutti. Sulla costruzione di questa Roma ci siamo basati più sul collettivo. Quando si fa una squadra l’allenatore diventa fondamentale. Io credo molto nel collettivo, anche se è vero poi che sono i calciatori a farti vincere le partite. Ma se me lo fanno vincere insieme lo preferisco ed è quello che stiamo costruendo”.
 
Defrel è sempre l’alternativa a Dzeko o esterno di destra? “Greg è stato preso per essere l’alternativa a Edin però nelle situazioni in cui ci siamo trovati, nell’adattamento, l’ho portato a giocare spesso a destra dove si è sacrificato per la squadra, magari non rendendo per quelle che sono le sue reali qualità. In determinate partite ho scelto di mettere altri calciatori con altre caratteristiche perché volevo mettere a proprio agio i movimenti degli stessi nei ruoli in cui si sono spesso allenati. Pian piano Greg lo riporterò nella zona centrale, è ovvio che quando rientrerà Schick farò anche altre valutazioni. Questa è una squadra anche un po’ in costruzione sotto questo punto di vista, specialmente in quel ruolo lì dove sto alternando tanti giocatori, dove magari ho dimostrato di avere meno certezze, ma è anche la normalità quando si prendono dei ragazzi giovani come Cengiz Under che ha fatto un po’ di fatica contro il Benevento, dopo aver fatto una prestazione con il Verona. Questi ragazzi vanno un po’ centellinati”.

Campionato appena all’inizio ma ci sono solo due squadre che sono riuscite a vincere tutte le partite: Juventus e Napoli. Crede di allenare una squadra al livello di quelle prime due? Crede di potersela giocare alla pari con le prime due o si parte un gradino sotto? “Credo di allenare una squadra forte che può competere con Juventus e Napoli, anche se loro hanno dimostrato di avere in questo momento maggiore solidità per tanti motivi. Una solidità che nasce dalla base, dalla costruzione, dalla continuità avuta anche dagli allenatori. Noi abbiamo cambiato tanto, non solo l’allenatore ma anche il direttore, però sono convinto che pian piano stiamo recuperando terreno, convinzione, consapevolezza ed è quello che un pochino per me mancava all’interno di questa squadra e un po’ nell’ambiente. Queste vittorie, non prendendo gol, crescendo tantissimo, ci devono dare maggiore forza. Però i campionati sono lunghi, c’è un’insidia dietro l’angolo, quella di domani, che ci farà magari parlare in maniera differente o continuare questo percorso di crescita. Mi auguro che da domani si possa parlare anche di percorso di crescita, per poterci avvicinare maggiormente a squadre già consolidate e competitive come Juve e Napoli”.
 
Oltre ad Alisson sono due i calciatori che hanno giocato tutti i minuti in campionato: Kolarov e Dzeko. Considerando le tre partite ravvicinate, è previsto un turno di riposo per questi due? “Sono valutazioni che farò partita dopo partita. Intanto partiamo da questa, in cui rigiocheranno tutti e tre. Poi con il Qarabag e il Milan valuteremo, perché ci sono dei viaggi di mezzo e non è facile come gestione. Domani giocano, perché credo sia giusto sfruttare questa grande onda di entusiasmo e di forza che hanno dimostrato in queste ultime gare”.
 
Come procede il recupero di Karsdorp ed Emerson Palmieri? “Emerson, come sapete, è andato con Luca Pellegrini ad Amburgo per fare una visita di controllo per valutare la condizione del ginocchio. In particolar modo si fa la valutazione della risposta muscolare che hanno in questo momento. E credo che sia nel percorso giusto e che stia rispettando i tempi. Invece Karsdorp ha avuto questo piccolo infortunio muscolare che un pochino ha fatto frenare la sua crescita fisica. Io credo che come per Schick sia importantissimo allenarli prima bene per poi metterli in campo, per quello non voglio avere fretta. E’ normale che vorrei averli tutti quanti subito a disposizione per avere delle valide alternative, perché sono calciatori su cui io e la Roma crediamo tantissimo, perché è stato investito tanto, però in questo momento non sono ancora a posto e nella condizione giusta per essere inseriti dentro la squadra”.

Il suo rapporto con la piazza. Si è abituato alla forte differenza che c’è, questa grossa altalena, tra il gradimento verso di lei quando vince due partite e l’essere messo sul banco degli imputati dopo una sconfitta. Qual è il suo rapporto con questo elemento? “Ogni mondo è paese, perché magari qui te ne arrivano 10 e a Sassuolo te ne arriva 1. Le critiche e il gradimento ci sono da tutte le parti. Non mi piace quando si parte prevenuti, è una cosa che dispiace ma lascia il tempo che trova. Sono qui solo per lavorare per la Roma, per cercare di migliorare questa squadra e non per me stesso. Ed è il pensiero che ho quando parlo di collettivo. Io mi sento integrato nel percorso di crescita di questa squadra. Tutto quello che c’è intorno cerco di farmelo scivolare addosso. Questa deve essere la forza che deve avere un allenatore per allenare specialmente qui in questo ambiente. Però il rapporto, vi assicuro, per me è ottimo. Specialmente quando esco e vado in giro sento tantissimo affetto da parte di tutti. Anche quando sto qui dentro mi sento a mio agio”.
 
Rispetto a quando è arrivato è cambiata la sua percezione circa Alessandro Florenzi? Lei aveva parlato di ruolo ben preciso da dare al giocatore. Può essere invece il jolly della sua squadra? “Può esserlo veramente, è per questo che è cambiata la mia percezione. Ho anche detto, quando sono arrivato, che i giocatori bisogna allenarli per poterli valutare. E allenandolo mi rendo conto che lui ha questa capacità impressionante di poter agire, ha predisposizione. Poi quando dici ad un giocatore “oggi giochi qua”, “oggi provi qua”, spesso cambiano viso per farti capire il gradimento o meno, lui è sempre uguale. E questo per un allenatore è gratificante. E’ importante sapere che dall’altra parte c’è grandissima disponibilità. Io credo di aver capito quale sia il suo ruolo ideale, ma non sono qui a dirlo perché magari mi sbaglio e faccio una figuraccia (ride ndr). Mi piace vedere in lui questa sua grande predisposizione. Devo dire che il ragazzo a me lo ha detto quale ruolo vorrebbe fare, e questi sono tutti aspetti importanti. E pensava il contrario di quello che pensavo io. La cosa bella è che nel confronto si cresce entrambi e si capisce quello che si vuole. Sono contentissimo di poter allenare Alessandro Florenzi. Sono convinto che mi darà grandi soddisfazioni”.

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