Queste alcune delle parole rilasciate da Monchi, ds dell'AS Roma, a abc.es.
Ha perso un po' di peso: "E' strano ingrassare quando si fa palestra. Arrivo a Trigoria alle 7.15 del mattino, qui abbiamo una palestra magnifica e mi alleno un'ora e mezza. Questa parte del giorno per me è fondamentale".
Ha perso un po' di peso: "E' strano ingrassare quando si fa palestra. Arrivo a Trigoria alle 7.15 del mattino, qui abbiamo una palestra magnifica e mi alleno un'ora e mezza. Questa parte del giorno per me è fondamentale".
Come vanno le cose a Roma: "Quando hai un cambiamento importante nella vita serve il tempo di adattamento. A livello personale mi mancano alcune cose, perché non ho qui la mia famiglia, però in linea generale sono contento. Quando sono arrivato a Roma la prima cosa che dovevo fare era quella di non considerarmi il padrone dell'universo. Per quanto avessi fatto bene o male nel passato avevo il bisogno di incontrare un nuovo Monchi. Riconoscere gli errori commessi e trovare una versione migliore di me stesso per questo nuovo progetto. La stessa medicina non è adatta per le stesse patologie e quindi la mia forma di lavorare nel Siviglia valeva per il Siviglia mentre in questa nuova avventura avevo il bisogno di incontrare una versione diversa".
Lavorare con Totti: "Totti è tutto nella Roma e fortunatamente abbiamo una buona sintonia. Lavorare uniti è utile; a me aiuta nel conoscere la Roma mentre Totti sta vivendo una nuova tappa della sua vita. Mi considero fortunato a lavorare con lui".
Il lavoro a Roma: "Ho trovato una base importante. Il lavoro svolto era buono, molto simile a quello fatto a Siviglia ma con l'aggiunta della gestione dei dati. Simile al Milan-Lab? No, è diverso perché noi guardiamo non solo i dati fisici ma anche quelli tecnici. Per quanto riguarda il mercato della scorsa estate avevo il bisogno di sviluppare plusvalenze entro il 30 di giugno per il FPF e la prima decisione fu quella di vendere giocatori. Furono venduti Salah, Paredes e Rudiger. Poi abbiamo costruito la squadra, dovevamo migliorare la rosa, e nell'undici erano presenti anche Manolas, Dzeko, De Rossi, Nainggolan e Strootman. Potevamo sicuramente meglio ma abbiamo avuto tanti infortuni".
Perché la Roma non ha vinto tanti titoli? "Non ho la capacità di rispondere, anche perché qui sono passati giocatori di grande livello come Batistuta, Cafú, Totti, Cerezo, Falcao, Conti, Ancelotti e buoni allenatori. Io, però, vengo da una squadra come il Siviglia che per 58 anni non ha vinto nulla, per poi vincere quasi tutto in undici. A volte non c'è una spiegazione però si possono trovare delle soluzioni".
La Roma può vincere la Champions: "Non siamo i favoriti, la nostra percentuale di vittoria finale è inferiore rispetto a quella delle altre tre però abbiamo le nostre possibilità. Il Liverpool è un avversario complicato, il più complicato perché ha uno stile di gioco, sono molto rapidi, veloci e potenti. Inoltre stanno vivendo un ottimo momento nel periodo più importante della stagione".