Alessandro Florenzi, terzino destro dell'AS Roma, ha parlato ai microfoni di Sportmediaset.
La Roma è guarita? "La Roma ha finito il 2018 con il piglio giusto, sappiamo che dobbiamo e possiamo fare meglio ed è quello che deve dare questo inizio di 2019, più continuità e più risultati positivi".
Qual è il segreto per cercare di ritrovare questa continuità che è mancata? "Cerare di ritrovarsi, dobbiamo ritrovarci come gruppo anche se il gruppo è stata la base dalla quale siamo ripartiti. Il gruppo può salvarti in qualsiasi circostanza. Deve essere il nostro obiettivo quello di continuare a fare vittorie tutti insieme perché da soli le partite non si vincono".
Tra questi obiettivi c'è anche un trofeo? Partiamo dalla Coppa Italia: "La Coppa Italia potrebbe essere un obiettivo importante per la Roma ma non dobbiamo levare i sogni dalla nostra testa, anche se sappiamo che è una cosa impossibile abbiamo un altro obiettivo, quello che potrebbe essere la Champions League. Non dico che è un'utopia ma sarebbe veramente un sogno ripercorrere quello che abbiamo fatto l'anno scorso e cercare di migliorarci anche se non sarà facile".
Ce ne è poca di cattiveria in questa squadra. A cosa è legato questo elemento? "Non penso ci sia poca cattiveria, basta vedere alcuni allenamenti. A volte siamo mancati sotto alcuni profili. Non siamo stati concreti ma non parlo degli attaccanti, parlo di squadra Roma perchè sono arrivato anche io, che faccio il terzino, a fare 4 tiri in porta senza mai prenderla. Parlo sempre di squadra e in questo siamo un po' mancati e siamo mancati anche nella voglia di non prendere gol. Dicendo questo non parlo dei quattro difensori ma di tutta la squadra, cosa che l'anno scorso c'era un po' di più e che dobbiamo ritrovare".
Chi ti ha sorpreso di più tra i tuoi compagni? "Sicuramente Nicolò Zaniolo sta facendo molto bene, è entrato bene nella nostra filosofia, è sulle ali dell'entusiasmo ma deve stare tranquillo e con i piedi per terra. La famiglia sicuramente può aiutarlo. Non scordiamoci che Lorenzo Pellegrini è un 1996, anche se io lo conoscevo. Sta facendo veramente grandi cose e saranno due pilastri della Roma".
Daniele De Rossi. La sua assenza. Tu che capitano sei? "Mi piacerebbe essere un capitano in grado di avvicinarsi a Daniele anche se non è facile. Ho una strada difficile davanti per arrivare a quello che è Daniele e a quello che è stato Francesco per venti anni. Per essere come Daniele e Francesco ne deve passare di tempo e io devo migliorare per poter essere come loro".
Contestato a volte dai tifosi: "Lo sento, lo faccio passare perché so che posso fare un qualcosa di più in campo, fino a quando questo resti in campo ed è giusto che i tifosi facciano la loro parte. La cosa che posso affermare è la maglia della Roma, il bene della Roma e non lo dico perché voglio far arrivare un qualcosa di diverso da quello che non sono. Sono rientrato dopo undici mesi di assenza e alcune volte non dovevo giocare ma l'amore per questa maglia mi ha fatto fare cose che non dovevo fare. Mi ha fatto prendere antinfiammatori per giocare una determinata partita che poteva non essere Roma-Juventus o Roma-Real Madrid. In quel momento arriva un'altra cosa dentro di me, che mi accomuna ai tifosi della Roma, ed è questa maglietta. Ho firmato un contratto importante e spero che con le mie prestazioni future possa ritornare anche se non è mai finito l'amore per la Roma e per i tifosi".
Il razzismo: "E' un'emergenza, sì. Non vorrei mai che mia figlia sentisse ululati allo stadio. Detto questo non facciamo di tutta un'erba un fascio quando parliamo di tifosi. Molte persone vogliono portare le famiglie allo stadio e rendere lo sport quello che è, una delle cose più belle della vita. Interrompere le partite? Non lo so, ci sono posizioni discordanti. Chi si vuole fermare diventa un salvatore, chi no diventa un bersaglio. Non so se può aiutare".
Eusebio Di Francesco: "Gli devo la fiducia. Sono rientrato l'anno scorso dopo 11 mesi di assenza e ho fatto più di 40 partite. Ho cercato di ripagare la sua fiducia".
Vi sentite più forti ora? "Siamo noi che dobbiamo mandare via queste nubi rimaste. La prossima partita sarà veramente importante. Non dobbiamo sottovalutare l'Entella, perché già in passato la coppa Italia ci ha dato un dispiacere. La Coppa Italia è un obiettivo".
Il quarto posto: "Non dobbiamo precluderci niente, dobbiamo cercare di vincere partite su partite per prendere l'obiettivo, ovvero quello di entrare in Champions League".
La magia di Roma-Barcellona: "E' rimasta in noi giocatori, nei tifosi, nella città e nella storia della Roma perché la Roma per due volte è andata in semifinale. E' una pagina importante della storia della Roma ed è uno stimolo in più il sentire quella musichetta".
La Nazionale: "E' partita col piede giusto, siamo un buon gruppo, tanti giovani, alcune pedine importanti, esperte, e vie di mezzo come il sottoscritto. Siamo un bel gruppo, abbiamo riportato tanto entusiasmo e a marzo ci sono due partite dove vogliamo prendere sei punti".
Le parole di Kolarov sui tifosi: "Non lo so, ci sono tante variabili e tante persone. Ho un amico che è un intenditore di calcio e ho il mio migliore amico che di calcio ne capisce poco... (ride ndr)".
Il mercato: "Stimo recuperando pedine importanti che ci sono mancate lo scorso autunno. Poi c'è la società che fa il suo lavoro".