Roberto De Zerbi, allenatore del Sassuolo, ha parlato a fine partita ai microfoni di Dazn.
La Roma del secondo tempo vi ha spiazzato? "Anche nel secondo tempo abbiamo fatto il nostro gioco, poi negli ultimi 15-10 minuti un po' per la loro fisicità, un po' per l'obiettivo diverso che avevano le due squadre, si sono permessi un pochino di più perchè avevano un obiettivo più importante del nostro, e poi perché è la Roma. Però non credo che abbiamo fatto meno bene, anzi nel secondo tempo ho più rammarico perchè ci sono stati due-tre palloni finiti male, dove abbiamo sbagliato la scelta e l'ultimo passaggio. Erano tutte potenziali occasioni da gol".
Dove deve crescere il Sassuolo? "Nella determinazione, nella cattiveria, nella lucidità. Abbiamo fatto tanti gol ma per occasioni potenziali che potevamo creare sono troppo pochi e c'è rammarico perchè dal mio punto di vista questa era una partita da vincere o dove si poteva fare gol. Non abbiamo subito gol, è il 14° clean sheet, ed è tanto per una squadra di metà classifica, però qualcosa in più dovevamo fare perché il campo ha detto che potevamo raccogliere qualcosa in più".
C'è sempre la ricerca della superiorità numerica: "Si, poi però il tutto dipende anche dalla pressione della squadra avversaria. Quello è determinante per il tipo di partita che poi si sviluppa. La Roma non fa una pressione forsennata, eravamo già due contro uno dietro, due difensori contro un centravanti, poi da lì si verificavano tutti le zone dove eravamo in superiorità. Poi a volte avremmo potuto cambiare ritmo, velocità, fronte del gioco con più velocità però abbiamo lo abbiamo fatto anche bene".
L'abbraccio con De Rossi: "Mi ha fatto i complimenti, mi ha detto che si è divertito a vedere i miei giocatori e questo è il complimento più bello che mi possano fare. Io gli ho detto che mi dispiace molto. Io ho un giocatore come De Rossi, è Magnanelli. Conosco il valore di Magnanelli e nella nostra società, nella nostra idea, deciderà lui quando smettere, quando andare via perché alcuni giocatori sono diversi dagli altri e le bandiere vanno rispettate lasciando a loro la decisione su quando smettere"