"L'affermazione della sindaca disvela nella prima cittadina una concezione totalitaria ed autoritaria del pubblico potere, col pretendere, o nel voler far intendere, in spregio della nostra Costituzione, che per taluni atti dell'amministrazione non operino le garanzie costituzionali di tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi; di modo che, pur solo prefigurarne l'esercizio darebbe luogo a 'intimidazioni inaccettabili'. Né, d'altronde, può essere considerata come 'intimidazione' l'aver ricordato ai membri dell'Assemblea capitolina che la giurisprudenza contabile ascrive a loro, oltre che ai dirigenti e funzionari dell'amministrazione, la responsabilità amministrativa e patrimoniale dei danni che abbiano cagionato all'ente in conseguenza delle loro decisioni e dei loro comportamenti". È quanto dichiara Eurnova Spa, proponente del progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, in una lettera di replica alle dichiarazioni della sindaca
Virginia Raggi e inviata alla prima cittadina, ai suoi assessori, a tutti i componenti dell'Assemblea capitolina, al segretario generale, all'Avvocatura comunale e, per conoscenza, anche alla Procura regionale della Corte dei Conti del Lazio.
"È evidente, in primo luogo, che l'amministrazione produrrà alla società proponente un danno di enormi proporzioni revocando le proprie precedenti deliberazioni che generarono anni di lavoro e l'impegno economico, già sostenuto, del proponente, nonché le aspettative di realizzazione degli investimenti. Del pari, è evidente che il pregiudizio che si produrrà a carico della società proponente e di chi abbia fatto legittimo affidamento sugli atti sin qui assunti all'amministrazione dovrà essere indennizzato e risarcito. Non foss'altro perché la norma sulla quale l'amministrazione incardina il potere che intende esercitare lo prevede espressamente". "Così come è evidente- prosegue Eurnova- che di tale danno (e delle indennità e risarcimenti connessi che l'amministrazione sarà chiamata a corrispondere) si saranno resi responsabili gli amministratori che tale revoca abbiano deliberato, decidendo di far ricadere su Roma Capitale - e, quindi, su tutti i cittadini di Roma, anche su quelli cui dove far lo stadio della Roma importa ben poco - la responsabilità e l'onere di una decisione presa in sottovalutazione dei danni generati alla collettività, che rischierà di pagare le scelte di chi sta ponendo l'ambizione personale e l'interesse di una società privata dinnanzi al bene della cosa pubblica".
"Ci si consenta di smentire in modo assoluto che Eurnova non abbia ottemperato a legittime e motivate richieste dell'amministrazione e di indignarci, quali imprenditori e cittadini romani, per il totale asservimento degli interessi della collettività a quelli di una società privata, quale è la A.S. Roma. L'area, sia dal punto di vista materiale, sia giuridico, è libera da qualunque vincolo che ne possa ostacolare la realizzazione dello stadio e dell'intero progetto edificatorio che, solo pochi mesi fa, la sindaca riconosceva essere di enorme importanza per il rilancio della città e
nell'interesse della collettività".