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(15/09/2021) A.S. Roma

Mourinho in conferenza stampa: I risultati sono importanti per il processo di sviluppo della squadra ma serve equilibrio. La formazione? In campo El Shaarawy e Calafiori

José Mourinho, allenatore dell’AS Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita contro il CSKA Sofia.
 
Cinque vittorie di fila e c’è tanta attesa per questa partita. Come sta la squadra e come si fa a mantenere questo livello di tensione sempre molto alto? “Cinque vittorie non sono cinquanta. Non c’è ragione per essere ultra ottimisti però i risultati positivi sono importanti anche perché aiutano il processo di sviluppo della squadra. I tifosi sono felici ma anche loro devono essere equilibrati come lo siamo noi. Equilibrati nel senso che devono capire che questo è un processo e che stiamo lavorando da due mesi. Si percepisce un’evoluzione su tutti i livelli ma dobbiamo rimanere tranquilli. La presenza del pubblico a livelli massimi allo stadio è una cosa bella e magari può spingere le autorità a capire che c’è una voglia tremenda della gente e non parlo solo dei nostri tifosi, tutti aspettano la normalità e la normalità è quando tutti possono riempire lo stadio. Dico sempre ai giocatori che tutto quello che è meno di 100% non è niente dal punto di vista del lavoro e dobbiamo avere queste caratteristiche che non sono negoziabili. Il nostro spirito, la nostra ambizione e la nostra empatia sono cose non negoziabili. Sono caratteristiche che vogliamo avere sempre, anche quando arriverà una sconfitta. Siamo in costruzione. Se farò turnover domani? Ovviamente sì, non giocheremo con la stessa squadra ma l’importante è mantenere una struttura perché per noi è importante ottenere un risultato positivo e qualificarci”.
 
Come si gestisce un calciatore come Zaniolo? Domani giocherà lui o Perez? “I calciatori non sanno ancora la formazione. Con Nico bisogna trovare un equilibrio senza fargli sentire la pressione. Sta bene, l’infortunio e le sensazioni negative appartengono al passato. Domenica contro il Sassuolo era stanco. Quando i giocatori vanno in Nazionale e non giocano di solito tornano al di sotto delle loro capacità e della condizione fisica e questo lo abbiamo percepito non solo con Nicolò ma anche con altri calciatori. Zaniolo ha giocato 70 minuti e se ha recuperato sarà in condizione per giocare domani e non voglio parlare in ogni conferenza stampa delle sue condizioni perché è al 100%. L’infortunio appartiene al passato, ora guardiamo al futuro”.
 
Lei ha utilizzato solo 13 titolari, cambiandoli sempre per necessità. Come si tiene compatto il gruppo di quelli che non giocano? Il fatto di poter essere il primo allenatore a vincere tutte e tre le competizioni europee è una motivazione extra per lei? “I calciatori sono intelligenti e capiscono le cose, anche senza tante parole. E Stephan sa che per me è un calciatore molto importante, per me è un titolare e i calciatori non sono solo 11. Questa situazione tra chi scende in campo e chi sta in panchina cambia col tempo, io non ho mai avuto una squadra dove chi inizia la stagione poi la finisce. Una stagione non è un’autostrada. E’ molto difficile che un giocatore riesca a giocare tutta la stagione da titolare. Stephan è intelligente, ha esperienza nel calcio e capisce di essere importante per me. Capisce anche che a me piacciono le sue caratteristiche come giocatore. Ha capito anche che quando abbiamo iniziato la stagione avrebbe dovuto percorrere una strada verso la sua forma migliore. Lui adesso è in crescita. Prima della partita contro il Sassuolo abbiamo parlato un po’ e gli ho detto che avrebbe giocato titolare contro il CSKA e che per me è un titolare. Poi i calciatori sono più responsabili di me sull’unità dello spogliatoio, gente che conosce i diversi ruoli e che sa che devono rispettare la decisione dell’allenatore. Io sento la mia missione come leader facile perché è un bel gruppo. La Conference? Come assistente ho anche vinto la Coppa delle Coppe che non esiste più, l’ho vinta con il Barcellona nel 1997. Non ho pensato al fatto che potrei essere il primo della storia a farlo, ho pensato che mi piacerebbe vincerla ma siamo ancora lontanissimi da vincere questa competizione, anche se cercheremo di farlo. Il primo passo è quello di vincere il girone e nessun giocatore resterà a casa, saremo tutti lì perché questo è un progetto collettivo”.
 
Nella passata stagione la Roma ha giocato meglio in Coppa rispetto al campionato. Ci sono squadre dove i calciatori rendono meglio nelle partite singoli? “E’ facile dire che la Roma abbia fatto meglio in Europa League, è una cosa obiettiva. La sconfitta contro il Manchester è stata pesante ma alla fine parliamo di una squadra con un potere diverso e la Roma era arrivata lì in un momento di difficoltà. Non so se questa squadra è strutturata per rendere meglio in Coppa ma il campionato è molto importante per noi, è molto più importante il campionato della Conference League ma la squadra deve avere una mentalità precisa: la partita che viene dopo è sempre la più importante. E’ sempre così che ho fatto ed è così che noi faremo. La squadra deve essere preparata per giocare in tutte le competizioni. Abbiamo qualche limitazione a livello di rosa e dovremo fare qualche cambio, per esempio domani giocherà Calafiori e non Viña”.
 
Si aspettava ieri di trovare circa 200 persone fuori dal ristorante dove eravate a cena? “No ma è bello ed importante per noi tutti, importante anche per quei giocatori che sono qui in Italia per la prima volta. Io ringrazio i tifosi. Questa empatia creata è importante ma noi dobbiamo avere esperienza, tranquillità e capire che dobbiamo migliorare tanto. Oggi abbiamo avuto una riunione sulla partita contro il Sassuolo e abbiamo analizzato gli errori individuali e collettivi, i principi di gioco che abbiamo migliorato e quelli in cui siamo peggiorati. Noi stiamo lavorando costantemente e se i tifosi sono contenti per noi è un plus. Sono convinto che anche senza quel gol magico di Stephan contro il Sassuolo la gente sarebbe andata a casa con la convinzione dell'unità di squadra, pronta a dare tutto in campo”.
 
La difesa. Come sta Kumbulla? “Abbiamo quattro difensori centrali, il numero giusto. Sono contento di questo gruppo di difensori centrali che hanno caratteristiche, età, punti di forza diversi. Domani non cambierò tutti e due i centrali”.

Avete iniziato molto bene la Serie A. Cosa chiede alla sua squadra per migliorare il proprio gioco? Come valuta la partita di domani? “Non siamo una squadra perfetta, c’è molto da lavorare e dobbiamo lavorare sugli errori che abbiamo commesso. Siamo una squadra umile, consapevole dei propri problemi e che sa quello che deve fare. Domani non sarà una gara  con le stesse pressioni di quelle ad eliminazione diretta, il nostro obiettivo è qualificarci ottenendo il primo posto. La Roma nel recente passato ha già vinto col CSKA ma anche perso, quindi sappiamo di affrontare una squadra buona e con ottimo potenziale”.
 

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